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Palestina: proteste contro il muro
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Nell'anniversario della Giornata della Terra che cade il 30 marzo, data in cui nel 1976 vennero uccisi sei dimostranti arabi-israeliani durante una manifestazione pacifica, un migliaio di persone hanno occupato il cantiere di costruzione del muro presso il villaggio di Beit Liqya, a ovest di Ramallah in Palestina. I manifestanti dopo aver percorso un chilometro tra le coltivazioni di ulivo, sono giunti sul luogo in cui da giorni si sta lavorando alla costruzione del muro. Qui hanno piantato alcuni ulivi e posto alcuni cartelli contro l'ennesima violenza e discriminazione da loro subita.
Anche in Israele si è fatta sentire la protesta verso il governo di Sharon da parte degli arabi israeliani che hanno organizzato una giornata di sciopero contro la discriminazione politica nei loro confronti e la continua politica di occupazione e di guerra del governo di Sharon.
Alla Corte di Giustizia Internazionale dell'Aja è stato recentemente richiesto, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un parere sulla legalità della costruzione del muro. Abbattimento di ulivi, sbancamenti di terreno, confisca di terre agricole per numerosi ettari, queste le conseguenze immediate dei lavori. Da oltre un mese ogni giorno le popolazioni dei diversi villaggi scendono spontaneamente a manifestare nella speranza di riuscire ad interrompere i lavori dei cantieri con la sola interposizione dei loro corpi. Tra i presenti anche la delegazione dell'Operazione Colomba, corpo civile di pace che parte dalla condivisione della vita con le vittime delle guerre, su entrambi i fronti del conflitto. La dimostrazione pacifica e nonviolenta si è conclusa con un torneo di calcio, forse l'ultimo per molto tempo, tra le 4 squadre del paese di Beit Liqya. Quel campo da gioco infatti, l'unico per il paese di circa 8000 abitanti, verrà distrutto dalla prosecuzione dei lavori del muro.
Dall'europarlamentare Luisa Morgantini giunge la notizia che la casa che Rachel Corrie e gli attivisti dell'International Solidarity Movement avevano cercato di proteggere dalla devastazione delle ruspe è stata demolita dall'esercito israeliano. Intanto un centinaio di riservisti dell'esercito israeliano e appartenenti del Consiglio per la sicurezza e la pace hanno spedito una lettera ai rappresentati del governo israeliano chiedendo un cambiamento del tracciato del muro in particolare nei punti dove vengono annessi villaggi e case palestinesi nella parte di Israele. In Italia un libro sarà in edicola dal 1 aprile, " Stop the wall, un saggio popolare" che è stato curato direttamente dalla società civile palestinese, in particolare dalla Rete delle Ong ambientaliste palestinesi (Pengon) che dal 2002 hanno lanciato una campagna internazionale contro il Muro di Sharon con l'obiettivo di rendere evidente il legame profondo tra occupazione illegale dei territori autonomi palestinesi e illegalità della "barriera". [AT]
Fonti: International Middle East Media Center, International Solidarity Movement, Rete Ebrei contro l'Occupazione, Operazione Colomba