Palestina: manifestazioni contro il muro

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Si è conclusa con il bilancio di 5 feriti, di cui uno grave, la manifestazione pacifica e non violenta della popolazione del paese di Deir Qaddis (a nord ovest di Ramallah), contro i lavori in atto per la costruzione del muro di separazione tra Stato di Israele ed i Territori Occupati Palestinesi. Il tracciato del Muro di separazione che è attualmente in costruzione attorno a Gerusalemme, a nord ovest di Ramallah e a sud nella zona di Hebron, entra per diverse centinaia di metri e a volte per chilometri dentro ai Territori Occupati, togliendo così molta terra alla popolazione. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto recentemente alla Corte di Giustizia Internazionale dell'Aia un parere sulla legalità della costruzione del Muro.

Abbattimento di ulivi, sbancamenti di terreno, confisca di terre agricole per numerosi ettari, queste le conseguenze immediate dei lavori, attualmente in atto in diversi punti della zona ovest dei Territori, verso lo Stato d'Israele.
Da oltre 7 giorni le popolazioni dei diversi villaggi di questa zona scendono ogni giorno e spontaneamente a manifestare cercando di interrompere i lavori dei cantieri con la sola interposizione dei loro corpi, protestando contro la distruzione delle coltivazioni e la confisca di gran parte della terra agricola per la costruzione del Muro. Così vecchi, donne e bambini compiono un ultimo disperato tentativo di difesa della terra agricola, spesso unico sostentamento delle famiglie. Alla manifestazione odierna erano presenti anche diversi internazionali, di cui una dozzina italiani e una decina di cittadini ebrei israeliani. Nel gruppo di italiani erano presenti anche alcuni membri dell'Operazione Colomba, progetto di condivisione della vita delle persone comuni su entrambi i fronti del conflitto, dell'Associazione Papa Giovanni XXIII.

Per tutti lo stesso rischio corso da tutti i cittadini palestinesi: essere colpiti da proiettili di gomma sparati dall'esercito intervenuto a difendere le ruspe al lavoro, e i gas lacrimogeni usati in abbondanza e per molte ore al fine di disperdere i manifestanti. Dei 5 feriti della giornata, il più grave à un bambino di 12 anni colpito alla testa da un proiettile di gomma sparato a distanza ravvicinata dall'esercito israeliano. Attualmente è ricoverato all'ospedale di Ramallah. Va sottolineato come il percorso del muro passa spesso vicino le case dei villaggi, togliendo gran parte della terra agricola dalla quale dipende il sostentamento delle famiglie.

L'occupazione militare dei Territori Occupati -che attraverso la costruzione del muro sta raggiungendo livelli disumani - e la conseguente sofferenza della gente comune che vi vive, stanno spingendo la popolazione verso posizioni sempre più estreme. La paura per gli attentati suicidi e la mancanza di una informazione corretta su ciò che avviene dentro ai Territori Occupati, spinge la gran parte dei cittadini dello Stato d Israele ad appoggiare la costruzione del Muro di separazione. Solo l'interruzione di questa spirale di violenza potrà aprire un credibile dialogo di pace. I volontari dell'Operazione Colomba continuano la loro quotidiana presenza a fianco delle vittime, palestinesi o israeliane che siano, coscienti che solo un intervento internazionale potrà aiutare l'avvio della stagione del dialogo per la convivenza in questa terra.

Fonte: Operazione Colomba

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