Pace ritrovata tra India e Cina: rientra la minaccia di uno scontro militare

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La pace sembra essere ritornata tra i governi di Delhi e Pechino, dopo che per oltre tre mesi si è temuto lo scontro militare tra i due giganti dell’Asia. Ieri le autorità dell’India hanno annunciato di aver ordinato alle proprie truppe di ritirarsi dall’altopiano di Doklam, in Bhutan, dove erano schierate a difesa dell’area. Da parte sua Pechino, che aveva innescato la scintilla del confronto iniziando la costruzione di una strada che avrebbe sconfinato nella piana bhutanese, conferma di aver interrotto l’opera di edificazione.

Non è ancora chiaro quale governo abbia “ceduto” per primo. Fatto sta che la Cina ha rivendicato la ritirata delle truppe indiane come una strabiliante vittoria sul piano politico. Anche diversi analisti vedono il dietrofront di Delhi come la conferma della superiorità cinese, alla vigilia dell’incontro dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), in programma dal 3 al 5 settembre nella città cinese di Xiamen.

A sua volta il ministro indiano degli Esteri ha dichiarato che l’indietreggiamento dell’esercito di Delhi “è il risultato di serrati sforzi diplomatici, svoltisi a porte chiuse e per diverse settimane”. “È un onorevole pareggio”, ha aggiunto. In effetti, a leggere i titoli dei quotidiani indiani che oggi riportano la notizia, la risoluzione pacifica della vicenda viene presentata anche come una vittoria dell’India, che “si è rifiutata di essere una pedina nel gioco della Cina”, evitando di arrivare allo scontro militare diretto.

Da mesi la tensione tra i due Paesi era arrivata ai massimi livelli, con reciproche accuse di sconfinamento territoriale. Il timore principale era che il dissidio tra i due governi arrivasse a coinvolgere nel vortice delle violenze anche i Paesi della regione, scatenando una guerra regionale. La piana di Doklam si trova alla congiunzione tra la Cina, lo Stato di Sikkim (nella parte nord-orientale dell’India) e il regno himalayano del Bhutan. L’area è rivendicata dalla Cina, che la chiama Donglang, mentre l’India sostiene le rivendicazioni del Bhutan

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