Oxfam: no all'oro per S. Valentino

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Oxfam ha annunciato in questi giorni il lancio della campagna "No Dirty Gold" (No all'oro sporco) che intende far pressione sull'industria estrattiva dell'oro cambiando le attuali modalità con cui vien estratto, commercializzato e venduto.

"Certo l'occasione della festività di S.Valentino ben si presta a far riflettere i consumatori prima dell'acquisto un monile d'oro". Così Oxfam spiega come nei paesi in via di sviluppo l'estrazione mineraria dell'oro sia legata a pesanti abusi dei diritti umani che arrivano fino alla schiavitù.

"La nostra gente ha sofferto violenze, è stata imprigionata e uccisa per aver chiesto il rispetto dei nostri diritti alle aziende di estrazione mineraria multinazionali. Chiediamo a chi compera l'oro sostenere i nostri diritti e richiedere che le aziende di estrazione mineraria aderiscano a standard etici più elevati" - ha dichiarato Daniel Owusu-Koranteng, un minatore del distretto di Tarkwa nel Ghana in cui 30.000 persone sono state forzatamente spostate per consentire i lavori minerari nel periodo tra il 1990 e il 1998.

Nel sito web nodirtygold.org è consultabile un accurato dossier sulle violazioni dei diritti umani, le conseguenze sulla salute dei minatori e le conseguenze ambientali legate all'estrazione delle risorse auree. Molto gravi sono infatti anche i danni ambientali: per la produzione di un singolo anello in oro 18 karati che pesa meno di un'oncia si producono almeno 20 tonnellate di materiale di scarto. L'estrazione del pregiato metallo impiega circa l'un per cento della mano d'opera mondiale, ma consuma il 7-10 per cento dell'intera energia del mondo. [RB]

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