Operazione Colomba in Uganda tra i bambini soldato

Stampa

Una delegazione dell'Operazione Colomba, corpo civile di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, si è recata nel nord Uganda, attraversato da ben 18 anni da un conflitto dimenticato, per mettere le basi di una futura presenza. La guerra che coinvolge l'etnia Acholi è famosa per i bambini rapiti e costretti a combattere. Tra i venti ed i trentamila bambini tra i 7 ed i 14 anni sono stati rapiti in questi anni per combattere nelle file dell'"Esercito di Resistenza del Signore" (LRA) , comandato da un pazzo visionario, Joseph Kony, che dice di essere mandato da Dio per imporre all'Uganda un sistema basato sui Dieci Comandamenti. E per scacciare l'attuale Presidente Signor Museveni.

Una guerra in cui i bambini oltre che vittime sono gli attori principali. Purtroppo i bambini soldato sono un fenomeno che interessa molti conflitti. Ma in questo caso uno dei due eserciti è costituito per l'80% da bambini-soldato. La delegazione ha compiuto un tour in alcuni luoghi significativi. Sono stati visitati nelle città di Gulu e di Kitgum i centri di riabilitazione per i bambini soldato di Gusco e di World Vision. Questi centri esistono dal 1994. Fin'ora sono passati piu' di 10000 bambini. I bambini, il cui rapimento è durato diversi anni, hanno saltato delle fasi evolutive normali di crescita.

Tornano con un enorme senso di colpa, un forte senso di disprezzo di se, psicologicamente distrutti e spesso con malattie inguaribili.Si cerca qui di ricreare un contatto con la famiglia e di prepararla all'accoglienza del minore che, mediamente avviene dopo un mese. Si fanno vivere i bambini insieme, gli si fa fare le attività quotidiane, lavare, preparare da mangiare, pulire, giocare; tutte cose che a livello riabilitativo sono importanti perché sono fasi che loro nella vita nel bosco, ribelli tra i ribelli, hanno saltato. Si cerca infine di fargli tirare fuori i loro vissuti attraverso diverse tecniche.

Nell'ospedale Lacor dentro la missione comboniana a Gulu, parecchi sono i minori ricoverati in chirurgia e ortopedia per le ferite legate al conflitto:
minori con labbra e dita tagliate, gambe e mani saltate nelle mine, paralisi agli arti inferiori causate da pallottole o baionette piantate nella schiena, ferite varie da armi da taglio e armi da fuoco. Ogni sera l'ospedale Lacor ma anche le chiese, il centro città, e altri posti ancora si riempiono di una fiumana di migliaia di bambini, piccoli e grandi, che vi si riversano per proteggersi dalle incursioni dei ribelli che certamente li rapirebbero.

Il popolo Acholi del nord Uganda: colpito nei suoi piccoli, costretto avivere di assistenza nei campi di accoglienza per sfollati, impossibilitato a lavorare la terra e a allevare il bestiame, muore di inedia, di suicidi, di agguati compiuti dall'LRA. Famoso quello del campo di Pagac, in cui lo scorso maggio sono state bruciate 540 capanne e uccise per rappresaglia 31 mamme con i loro 31 neonati.

Bambini strappati alla loro infanzia, costretti ad uccidere a bastonate i loro amici che hanno tentato la fuga, i propri genitori e parenti, i loro insegnanti, la gente. Uccidere per non essere uccisi. Bambini uccisi dai soldati in scontri a fuoco, bambini morti di fame, di sete, di malattie, di torture, di aids. Bambine continuamente abusate o vendute agli arabi del nord Sudan, o costrette da mattina a sera a lavori pesanti. Intere famiglie distrutte, private di tutti i figli, in una sola notte. Prezioso in questo contesto il ruolo di missionari, delle ONG, della Chiesa. Grande il lavoro svolto dal Comitato Giustizia e Pace della diocesi di Gulu-Kitgum e dai Leader Religiosi per la Pace: cattolici, protestanti e musulmani, capeggiati all'Arcivescovo cattolico, Monsignor Odama. Insieme hanno incontrato più volte i ribelli ed il governo per cercare una soluzione negoziata, hanno denunciato senza paura sia l'attività dei guerriglieri che l'inazione del governo, continuano a predicare la pace alla gente nei villaggi, nelle scuole e nelle parrocchie. Questo viene fatto ad alto rischio della loro vita. Come sempre in ogni conflitto c'è chi non vuole soluzioni negoziate.

Jan Egeland, sottosegretario generale delle Nazioni Unite agli affari umanitari, di ritorno da una visita sul posto, 15 giorni fa, ha definito questo conflitto come la più grande emergenza umanitaria dimenticata al mondo. "Dove nel mondo ci sono 20.000 bambini rapiti? Dove 1.600.000 sfollati, pari a 90% della popolazione del grande distretto? Dove 40.000 bambini costretti a rifugiarsi di notte in luoghi sicuri?" Questo si chiede il signor Egeland nel denunciare al governo ugandese e alla opinione pubblica mondiale la situazione.

Scopo della "visita" nel nord Uganda era valutare la possibilità di aprire una presenza dell'Operazione Colomba sul posto. Da un padre comboniano, padre Carlos Rodriguez, parroco della parrocchia di Minakulu, è venuta la proposta di andare a vivere nei campi per sfollati e di dare una mano al comitato Giustizia e Pace. L'Arcivescovo vede la cosa positivamente, suggerisce di prepararla bene e di farla gradualmente. Il Nunzio Apostolico, Monsignor Pierre Christophe, invita a farlo con umiltà e molta semplicità. I giovani della colomba hanno portato a casa foto, video, documentazione e richieste di progetto da finanziare a sostegno sella riabilitazione dei bambini - soldato.

Fare conoscere è molto importante.
1) fate scrivere sui vostri giornali.
2)Se riuscite potreste organizzare un incontro pubblico. Noi vi aiuteremmo per i relatori. volendo si può usare il video che è molto esplicativo.
3) a breve vi mandiamo i progetti che i missionari comboniani sul posto ci hanno chiesto di sostenere.

Ultime notizie

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad