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Ogm: scontro scientifico per il decreto
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Il documento dell'ex-ministro Umberto Veronesi e di un gruppo di scienziati impegnati nella ricerca biotecnologica, a favore dei cibi transgenici, si scatenano le reazioni politiche e le prese di posizione trasversali all'interno della comunità scientifica. Gli animi si scaldano in vista di martedì prossimo, 9 novembre, giorno in cui si terrà l'attesissimo Tavolo agroalimentare, presso la Presidenza del Consiglio. Quello che dovrà discutere la strategia italiana per lo sviluppo dell'agricoltura ed in particolare le scelte da prendere sugli ogm, gli organismi geneticamente modificati. Intanto le associazioni dei consumatori, Coldiretti e Confederazione italiana agricoltori, guardano con aperta ostilità al transgenico.
Dopo il documento, l'ex-ministro Veronesi ha dichiarato in un intervista al TG2 che "il mais biologico è cancerogeno". Immediata la replica del Consorzio biologico che associa circa 60 tra le maggiori aziende italiane del settore, che chiede una rettifica sulle dichiarazioni diffamatorie, del tutto prive di fondamento e lesive dell'onorabilità di talune tra le maggiori aziende alimentari nazionali. "Nel 2003 abbiamo querelato un ospite della trasmissione radiofonica "Radio anch'io" condotta da Stefano Mensurati per dichiarazioni lesive nei confronti del nostro settore analoghe a quelle rese nel TG2 di oggi dai proff. Veronesi e Sala, e abbiamo ottenuto un'intera trasmissione sull'agricoltura biologica nel corso della quale il querelato ha dovuto presentare le Sue scuse".
Il biologo Giovanni Monastra, direttore scientifico dell'Inran, l'Istituto nazionale di ricerca sull'alimentazione e la nutrizione, sottolinea quanti scienziati italiani abbiano nei confronti degli ogm posizioni molto lontane da quelle di Veronesi: "Basta leggere gli appelli alla prudenza sottoscritti da decine di ricercatori, scienziati e docenti universitari di facoltà scientifiche. Appelli in cui si esprime estrema preoccupazione per il crescente impiego di organismi transgenici in agricoltura.
Numerosi lavori scientifici qualificati dimostrano, del resto, come gli organismi ingegnerizzati siano spesso instabili e prodotti con tecniche ancora poco precise. Con conseguenze negative sui prodotti di qualità dell'agroalimentare italiano. Mentre i test di allergenicità sono del tutto insufficienti a garantire la sicurezza dei consumatori".
Per Greenpeace non è vero che il decreto Alemanno bloccherebbe la ricerca, ma risponderebbe solo a un'esigenza concreta: se introduciamo la coltivazione di Ogm in campo aperto imbocchiamo una strada senza ritorno. "Non lo dicono gli oscurantisti, ma i rapporti scientifici sul mais Mon863 della Monsanto - che parlano di topi con anomalie ai reni e al sangue se nutriti con questo mai - e sul mais Nk603, dove frammenti di Dna non intenzionalmente inseriti risultano funzionali e dove differenze significative sono state riscontrate tra questo e la varietà convenzionale, ma queste differenze non sono state studiate: é questa la sicurezza degli Ogm di cui si parla?" afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace che ricorda che "per difendere la nostra agricoltura ci vuole un dibattito sereno e razionale. Perché fare invece dell'allarmismo? Non è con "al cancro, al cancro" su basilico e polenta che si informa l'opinione pubblica". [AT]
Altre fonti: Green Planet