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Obiezione alle spese militari: scelta di coscienza, non evasione
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Il pronunciamento del settimanale cattolico Famiglia Cristiana a favore dell'obiezione alle spese militari viene accolto con molto favore dalla Rete Italiana per il Disarmo, che raggruppa le principali associazioni impegnate su questo tema.
Don Antonio Sciortino, quando afferma che è contraddittorio affermare che le vie alternative di difesa sono inefficaci se lo Stato organizza solo quelle militari, apre un importante dibattito in un momento in cui nel nostro stato di paese in guerra, chiunque propone strade alternative viene assimilato ai terroristi. A tale proposito Massimo Aliprandini (del Centro di Coordinamento della Campagna di Obiezione alle Spese Militari) afferma: "Condividiamo molto ed apprezziamo il contributo culturale contenuto nell'articolo di Famiglia Cristiana. Il citato gesto significativo di don Gianni insieme a quello di molti altri Obiettori fa si che l'opinione pubblica italiana si possa riconoscere nelle problematiche sollevate e sviluppi la Pace come alternativa alla guerra. Lo Stato non solo deve risolvere i problemi fiscali che crea agli obiettori ma deve rispettare le proprie leggi e l'evoluzione delle coscienze".
Ogni anno in Italia viene svolta la Campagna di Obiezione alle Spese Militari per La Difesa Popolare Nonviolenta che tende ad ampliare i seguenti obiettivi: OPZIONE FISCALE, D.P.N. (difesa popolare nonviolenta), OBIEZIONE DI COSCIENZA AL MILITARE E ALLE SPESE MILITARI, RIDUZIONE DELLE SPESE MILITARI e DISARMO. Alla campagna Osm può aderire qualsiasi cittadino/na che vuole concorrere alla costruzione di un₀alternativa alla difesa armata e perché lo Stato costruisca percorsi coerenti per la Pace. Negli ultimi anni le spese militari sono in costante aumento e occorre cambiare modello di difesa e operare perché la Pace non sia pensata durante e dopo i conflitti, che la difesa non rimanga in mano solo ai militari, che lo Stato crei apparati per la Pace e per un modello di difesa nuovo che difenda non gli interessi economici, ma le persone e la democrazia di un territorio.Infatti è assolutamente macroscopica la differenza di investimenti che viene fatta nella difesa militare rispetto ai settori alternativi. Anche nell'ultimo anno, malgrado le ristrettezze riservate a tutti i settori, la Difesa si è salvata con un bilancio di oltre 20.000 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i 1.200 milioni di euro destinati alle missioni all'estero.
A questo tema se ne affianca un altro importantissimo, anch'esso riguardante una scelta di coscienza e di obiezione, come ricorda Massimo Paolicelli (Presidente Associazione Obiettori Nonviolenti): "Al servizio civile nazionale, che come ricorda la Corte Costituzionale concorre alla difesa della patria come il militare, sono andati solo 240 milioni di euro, mentre anche i fondi per la Cooperazione allo sviluppo continuano ad essere inesorabilmente tagliati. In attuazione della legge 230/98 sull'obiezione di coscienza che prevedeva la sperimentazione di forme alternative di difesa il Governo si è limitato ad istituire pochi mesi fa una commissione sulla difesa popolare nonviolenta, che grazie ad una composizione discutibile si avvia ad una situazione di stallo". Non possiamo permetterci di lasciar cadere così un percorso importante per la costruzione della Pace scelto da decine di migliaia di giovani ogni anno nel nostro Paese.
Nel mondo una delle industrie più fiorenti è quella delle armi con oltre 30 miliardi di dollari annui di transazioni e 192 miliardi di dollari produzione da parte delle sole 100 aziende maggiori. Secondo la relazione Governativa in merito, nel 2003 l'Italia ha esportato armi nel mondo per 1 miliardo e 300 milioni di euro. Complessivamente le spese militari mondiali sono di 956 miliardi di dollari all'anno (dato SIPRI). Quando leggiamo certe cifre ricordiamoci sempre che le armi, una volta prodotte, devono essere messe nel mercato e senza controlli adeguati è difficile prevedere dove potranno andare a finire e quali focolai di conflitto potranno rafforzare.
Per questo la Rete Disarmo si sta muovendo in varie direzioni e fra poche settimane lancera anche in Italia la Campagna Control Arms, che chiede una migliore regolamentazione internazionale del commercio di armi, ed ha in preparazione una giornata nazionale "Il Commercio Equo per un mondo senza armi" nelle botteghe del commercio equo e solidale. Una giornata in cui si parlerà principalmente di come si potrebbero usare per lo sviluppo e per la cura delle popolazioni gli ingenti fondi destinati invece alla sfera bellica e degli armamenti