Numeri feroci, che non fermano la guerra

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Immagine: Atlanteguerre.it

Ci sorpassa a velocità supersonica il giorno 333 dall’invasione russa dell’Ucraina. E’ la velocità dei nuovi missili ipersonici Zircon. La Russia li sta sperimentando in questi giorni. Li ha schierati sulla fregata Gorshkov, che parteciperà a esercitazioni congiunte con le marine cinesi e sudafricane, fra il 17 e il 27 febbraio, nelle acque fra Durban e Richards Bay.

Una esercitazione interessante, questa, anche dal punto di vista politico: è il segno di come il Brics, il club informale delle economie emergenti varato da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, si stia trasformando sempre più in uno strumento politico internazionale alternativo alle vecchie potenze del G7, guidate dagli Stati Uniti.

Ma torniamo agli Zircon. Fanno paura davvero. Volano e virano improvvisamente a una velocità nove volte superiore a quella del suono, con una portata di oltre 1.000 chilometri. In teoria, non si possono arrestare. Saranno loro i nuovi protagonisti di questa guerra? Possibile. Intanto si contano i morti, si fanno bilanci. È di 459 morti e 914 feriti quello aggiornato sul numero di bambini vittime dei bombardamenti russi dal 24 febbraio 2022. Lo denuncia l'ufficio del procuratore generale di Kiev. La stessa fonte parla di 13.961 bambini deportati illegalmente dalle forze russe, di cui solo 126 sono stati rimpatriati in Ucraina.Numeri feroci, che non fermano la guerra.

La Russia prepara nuove offensive, su questo gli osservatori concordano. Nuove truppe starebbero affluendo nelle zone occupate della regione di Kherson. Tra il 18 e il 21 gennaio sarebbero arrivate a Vynohradove e Brylivka, equipaggiate con armi leggere e giubbotti antiproiettile. 
L’esercito di Putin ha occupato da subito, da febbraio 2022, anche parti della vicina regione di Zaporizhzhia. Da li’ sono state tentate di recente delle offensive, respinte dall’esercito di Kiev.

Il successo difensivo dell’Ucraina dipende sempre, nelle parole del presidente Zelensky, dalla volontà ad armarla dei suoi alleati. Volontà che non pare venir meno.

La Germania ha annunciato, ad esempio, che "non ostacolerà" l'invio da parte della Polonia dei carri armati Leopard in Ucraina: un gesto che per diventare realtà ha bisogno dell’ok del Paese produttore, appunto. Per ora l’idea resta teoria. Agli Ucraini interessano di piu’ i vecchi carri sovietici, mezzi che conoscono bene e sui quali non hanno necessità di addestramento per l’uso o per le riparazioni. Non a caso, il Marocco ha consegnato a Kiev carri armati T-72B, ex sovietici, modernizzati dall'azienda Excalibur Army della Repubblica Ceca. Il primo lotto di circa 20 carri armati è già stato inviato nella zona di guerra. 

Armi, tante, tantissime, che arrivano a Kiev e che Mosca irride. “Le forze russe sbricioleranno tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno all'Ucraina”, ha dichiarato recentemente il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov. "Gli avversari della Russia - ha aggiunto- continuano ad alzare la posta, ma come abbiamo detto fermamente o fiduciosamente in numerose occasioni, gli obiettivi dell'operazione militare speciale saranno presto raggiunti".

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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