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Nel giorno 506 dall’invasione russa dell’Ucraina. Il punto
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Immagine: Immagine: Atlanteguerre.it
Il giorno 506 dall’invasione russa dell’Ucraina ci porta la notizia dell’ennesimo generale russo ucciso. Era un generale a due stelle, si chiamava Oleg Tsokov. È morto a Berdyansk, sul mare di Azov, vittima dell’attacco all’Hoetl Dune, che era il quartier generale dell’area, da parte di un preciso missile a lungo raggio Storm Shadow. A spararlo un caccia di Kiev, da più di cento chilometri di distanza.
Il generale si aggiunge al lungo elenco delle perdite russe in questa guerra che Mosca non sa e non può vincere. Il comando militare di Kiev ha diffuso il dato - ovviamente di parte – delle perdite avute da Mosca dal febbraio del 2022. Ricordiamolo: perdite non vuol dire solo morti, ma soldati messi fuori combattimento, quindi anche prigionieri o feriti. Bene, il numero supererebbe le 239mila unità. A cui si aggiungono centinaia di mezzi corazzati, sistemi d’arma, aerei e così via. Insomma, una ecatombe umana e di risorse, che sta triturando il futuro dei russi. Dall’altra parte, il dato non è noto, ma le perdite ucraine – secondo gli osservatori stranieri – potrebbero aggirarsi attorno ai 140mila effettivi.
Numero spaventosi, a cui vanno aggiunte alcune decine di migliaia di civili morti per i bombardamenti russi, quelli tenuti prigionieri e i milioni di profughi. A dispetto delle cifre, la guerra continua, violenta. Il generale ucraino Oleksandr Tarnavskyi ha confermato alla Cnn che Kiev ha ricevuto le bombe a grappolo annunciate dal presidente statunitense Joe Biden. L’esultante generale ha spiegato di averle ricevute la scorsa settimana, ha detto che non sono ancora state impiegate, ma che potranno “cambiare il corso di questa guerra”. Questo, ovviamente, in barba ai trattati internazionali che ne vietano l’uso, perché considerate “armi disumane”.
Ma dell’umanità la guerra non sa che farsene. Così continua l’offensiva ucraina, che pare dare – finalmente – segni concreti sul fronte dei risultati. La città di Bakmhut, conquistata dai russi dopo mesi di combattimenti, sarebbe sul punto di essere ripresa dagli ucraini. In settimana, le forze ucraine avrebbero anche continuato le operazioni offensive nella regione occidentale di Zaporizhzhia e la controffensiva si sarebbe sviluppata su tre settori del fronte, con la riconquista di molte aree. L'Istituto di Studio della Guerra spiega che i filmati geolocalizzati mostrano le avanzate ucraine a nord-est di Robotyne a 15 km a sud di Orikhiv. Lo confermano anche i milblogger, cioè i blogger militari, affiliati al Cremlino. Spiegano che questa avanzata è possibile, perché gli ucraini hanno attaccato una zona di prima linea dove le forze russe avevano il minor numero di mine e meno fortificazioni. Contemporaneamente, però, i russi hanno risposto con una serie di attacchi con i droni in tutta l’Ucraina, per due notti di fila. Sono continuati anche gli attacchi aerei, A Kiev è certamente morta una persona e quattro sono rimaste ferite.
Nulla, intanto, si muove sul fronte diplomatico. L’iniziativa vaticana si è infilata in un vicolo cieco, nonostante gli sforzi di farla apparire come “ancora vitale e lontana dalle vuote proposte di una certo pacifismo”. Una presa di posizione, questa, che molti hanno trovato inopportuna e inutilmente polemica. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha per altro smentito chi sostiene che colloqui ufficiali per la pace in Ucraina potrebbero tenersi questo mese. "Non abbiamo ricevuto alcuna indicazione in merito. Ci sono ragioni per ritenere che si tratti di una fake news, considerando la persistente intenzione di Kiev e dei suoi referenti occidentali di inasprire le ostilità". Quindi, porte chiuse alla trattativa, proprio mentre le porte si sono aperte – sembrerebbe – per Evgheny Prizoghin, il capo della Wagner. Il ribelle della fine di giugno, l’uomo che aveva inscenato la sommossa e la marcia armata su Mosca alla testa della sua organizzazione di mercenari, è rientrato a Mosca ed avrebbe incontrato Putin. E’ interessante come, in questi giorni, stia emergendo un dato: le aziende legate a Prigozhin, nei giorni successivi alla “sommossa” avrebbe vinto ben nove commesse governative, per più di un miliardo di rubli, cioè per 11,7milioni di euro. I contratti non sono di tipo militare, ma sono per forniture di catering per molte istituzioni governative.
Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009.