Nasce Diaspora Business, il crowdfunding per migranti promosso dall’UE

Stampa

Il sogno imprenditoriale di tanti migranti africani in Europa ha finalmente una piattaforma tutta sua. Si chiama Diasporabusiness.eu il nuovo portale che punta a facilitare l’incontro tra aspiranti imprenditori di origine straniera e finanziatori. Operativo per il momento in Italia, Svezia e Grecia. Un crowdfunding inclusivo, rivolto a coloro che più di altri, e a maggior ragione in questo periodo, soffrono nell’accaparramento di capitali quando si tratta di avviare una start-up. L’iniziativa è stata promossa nell’ambito di BITE (Building Integration Through Entrepreneurship), un progetto nato nel 2018 e finanziato dalla Commissione Europea per favorire l'integrazione sociale ed economica nei paesi dell'UE dei migranti arrivati dall'Africa Subsahariana, accompagnandoli nella creazione di piccole imprese. In questo modo, da una parte si cerca di sbloccare e valorizzare il loro potenziale imprenditoriale, che altrimenti, con molta probabilità, rimarrebbe soffocato. Dall’altro si trasforma l’immigrazione in un’opportunità per le comunità ospitanti facendo emergere i talenti e le competenze dei migranti al fine di contribuire attivamente alla crescita economica e sociale del paese stesso.

Il progetto è realizzato in Italia da Etimos Foundation in collaborazione con Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicitá), E4Impact ed il Comune di Milano. Etimos é una nota organizzazione di finanza etica ed inclusiva, attiva giá da decenni nei paesi emergenti nella promozione della sostenibilità delle filiere produttive per migliorare la qualità dell’ambiente e la vita delle persone. In Grecia e in Svezia, invece, si appoggia al lavoro di European Regional Framework for Cooperation e di Integra AB rispettivamente.

Finora sono 45 i progetti aziendali sostenuti all’interno del progetto BITE e pubblicizzate sul sito, tutte nate dalle comunità della diaspora africana nei tre paesi UE di riferimento. Dopo un’attenta fase di selezione in base a criteri basati tanto sul potenziale economico dell’imprese, quanto sul loro profilo sociale ed ambientale - che ricade direttamente sulla loro capacità di attrazione dei capitali pazienti degli Impact Investors (investitori ad impatto) - le 359 candidature ricevute si son viste ridurre a un centinaio, delle quali 48 solo in Italia. Gli imprenditori promossi hanno poi frequentato un corso di gestione aziendale, ed hanno cominciato un efficace percorso di mentoring 1 a 1 con l’obiettivo di consolidare i propri modelli di business e piani finanziari, ed acquisire così le conoscenze ed il network necessari per poter sviluppare con successo i propri progetti imprenditoriali. La formazione e il tutoraggio condotti da Etimos si sono concentrati soprattutto sull’amministrazione di micro, piccole e medie imprese con un occhio di riguardo alla valutazione dell’impatto sociale ed ambientale che esse sono in grado di generare. Che è in fin dei conti il leitmotiv dell’imprenditore sociale: non la massimizzazione del profitto, quanto la ferma volontà di risolvere un problema attraverso le regole del mercato, vale a dire un business valido e sostenibile nel tempo.

Ce n’e per tutti gustidalla casa di produzione discografica alla sartoria etnica, dai viaggi alla scoperta delle popolazioni locali al ristorante fusion nella capitale, fino alla bigiotteria in avorio vegetale. Sono queste alcune delle idee di business sviluppate da BITE e guidate interamente da migranti sub-sahariani. Per ognuna di esse il sito fornisce una breve descrizione del business, la struttura dell’organizzazione, il proposito dell’investimento e l’ammontare richiesto - somme che variano fino a un minimo di 5 mila euro.

Favorire sia lo sviluppo imprenditoriale che l’integrazione socio-economica dei partecipanti che aderiscono al progetto, all’interno di una comunità che ne riconosca il contributo sociale ed ambientale. Questa la missione di BITE, del quale Diasporabusiness.eu rappresenta il punto di arrivo di un articolato sentiero iniziato nel 2018. Una rara vetrina nel nostro contesto, che però nutre l’ambizione di diventare una piattaforma unica europea, che dia visibilità a progetti di imprenditorialità inclusiva, scaturiti da altri progetti europei simili a BITE. Tra i 10 progetti imprenditoriali sviluppati in Italia, due sono già stati avviati: si tratta di Coop Diassine Agricolture, impresa che si occupa della coltivazione, lavorazione e commercializzazione di anacardi biologici, importati dal Senegal, e di ITAL Traduzioni of Prosper Nkenfack, con sede a Verona, che offre servizi di traduzione, interpretariato, traduzione giurata e legalizzazione di documenti.

Sono tuttavia ancora pochi gli esempi nel nostro paese di schemi di imprenditorialità inclusiva nei confronti della popolazione migrante, di fronte a una domanda sempre crescente. Ad oggi, sono oltre 5 milioni i cittadini stranieri che vivono sul territorio Italiano, circa l’8,5% della popolazione complessiva, ed ogni anno, questo trend cresce in termini percentuali, anche a causa della diminuzione generalizzata delle nascite. Il progetto FASI – Formazione Auto-imprenditoria e Start-up per immigrati regolari, gestito dall’Ente Nazionale per il Microcredito con la supervisione del Ministero degli Interni, è uno di questi esempi. FASI punta, infatti, a rafforzare i processi di inclusione sociale dei cittadini stranieri regolari, particolarmente nelle Regioni del Sud, attraverso percorsi di formazione, orientamento al lavoro e accompagnamento all’auto-imprenditorialità e all’auto-impiego.

Un altro attore degno di citazione è Mygrants, una startup innovativa che, attraverso un’app che si basa sulla gamification, ossia l’uso a scopo educativo di giochi e quiz tematici e progressivi, ripetibili in inglese, francese e italiano, offre a migranti e rifugiati informazioni sui loro diritti, doveri e sul funzionamento del sistema italiano ed europeo di asilo, oltre a proporre corsi di formazione e inserimento lavorativo. L’app esegue sostanzialmente una valutazione preliminare delle competenze formali e informali, del background e delle aspirazioni degli stranieri appena approdati in un territorio, li forma sui temi necessari e, grazie all’emersione delle specifiche attitudini, facilita la combinazione tra professionisti identificati e le opportunità disponibili sul mercato per chi, in media, risiede per seicento giorni nei centri di accoglienza. Una storia da manuale dell’imprenditoria sociale, nata a Bologna nel 2016, nella quale a|impact, il veicolo di investimento di Etica SGR e Avanzi, ha deciso di investire l’anno scorso. 

C’è ancora tanta strada da fare, ma questi sono segnali positivi verso una maggiore apertura e comprensione del fenomeno migratorio in Italia. Oltre a un’effettiva integrazione. Si sta iniziando a capire l’importanza della costruzione di un ecosistema di supporto all'imprenditoria migrante, come colonna portante delle sorti economiche di questo paese, della quale, piaccia o meno, saremo sempre piú dipendenti.

Marco Grisenti

Laureato in Economia e Analisi Finanziaria, dal 2014 lavoro nel settore della finanza sostenibile con un occhio di riguardo per l'America Latina, che mi ha accolto per tanti anni. Ho collaborato con ONG attive nella microfinanza e nell’imprenditorialità sociale, ho spaziato in vari ruoli all'interno di società di consulenza e banche etiche, fino ad approdare a fondi d'investimento specializzati nell’impact investing. In una costante ricerca di risposte e soluzioni ai tanti problemi che affliggono il Sud del mondo, e non solo. Il viaggio - il partire senza sapere quando si torna, e verso quale nuova "casa" - è stato il fedele complice di anni tanto spensierati quanto impegnati, che mi hanno permesso di abbattere barriere fuori e dentro di me, assaporare panorami, odori e melodie di luoghi altrimenti ancora lontani, appagare una curiositá senza fine. Credo in un mondo più sano, equilibrato ed inclusivo, dove si possa valorizzare il diverso. Per Unimondo cerco di trasmettere, senza filtri, la veritá e la sensibilità che incontro e assimilo sul mio sentiero.

Ultime notizie

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad