Montenegro: critiche al governo per progetto diga sul Tara

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La diga sul fiume Tara è ancora al centro di molte discussioni in Montenegro. Più di 11.000 cittadini hanno sottoscritto la Dichiarazione sulla difesa del fiume Tara e stanno aspettando la decisione del parlamento montenegrino. La seduta autunnale del parlamento è cominciata più di 10 giorni fa, ma il dibattito sulla Dichiarazione non è ancora stato avviato - riporta da Podgorica, Jadranka Gilic in un articolo per l'Osservatorio sui Balcani.

Le procedure per la costruzione della centrale idroelettrica di Buk Bijela sono già state avviate. Il governo del Montenegro ha accettato, il 29 aprile scorso, l'accordo sulla costruzione congiunta della centrale con la Republika Srpska. Secondo l'Accordo il Governo del Montenegro cede tutte le autorità sull'assegnazione della concessione, sugli studi delle analisi finanziarie e ambientali, relative al progetto stimato in oltre di 400 milioni di euro, alla Republika Srpska. Secondo il settimanale montenegrino "Monitor", l'interesse del Governo lo si trova in strani legami con la società britannica EFT, il principale fornitore di energia elettrica nei Balcani ed il principale importatore per il Montenegro, partecipante anche alla gara d'appalto per la centrale di Buk Bijela.

Il tutto sta avvenendo nonostante che, per il progetto della diga, Montenegro e Bosnia Erzegovina hanno perso il sostegno della Banca Mondiale. Decine di organizzazioni ecologiste del Montenegro hanno lanciato una petizione online in difesa del fiume Tara. Il bel fiume, che dà origine al canyon più profondo e più bello di tutto il Montenegro, rischia infatti di essere sopraffatto dalla costruzione della centrale idroelettrica di Buk-Bijela sul fiume Drina - un accordo tra la Republika Srpska e il Montenegro con l'impegno economico e tecnico di tre consorzi: la britannica EFT di Vuk Hamovic, quasi un monopolista dell'energia elettrica del Sud Est Europa, associato alla locale "Hidrogradnja", alla a slovena "Vijadukt" e alla croata "Montmontaza".

Va ricordato che l'Unesco ha previsto la protezione del fiume e dell'ambiente che lo circonda: dal 1980, infatti, l'ambiente attorno al fiume è stato dichiarato dall'organizzazione internazionale, "Patrimonio mondiale da difendere" all'interno del programma "L'uomo e la biosfera". La diga, che dovrebbe rifornire di elettricità sia il Montenegro che la Republika Srpska, trasformerebbe parte del fiume in un lago e cambierebbe il clima togliendo la possibilità di sviluppare l'eco-turismo in Montenegro. Ma, sopratutto, va contro i principi dello Stato ecologico (quale si è dichiarato il Montenegro) e contro la Legge montenegrina sull'ambiente. [GB]

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