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Mondo: no ai fossili della Banca Mondiale, si all'EIR
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Nel giorno del sessantesimo anniversario dalla nascita della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, in vari paesi, dal Regno Unito agli Usa e dall'Indonesia alla Bolivia, sono state inscenate una serie di manifestazioni non-violente per protestare in particolare verso le politiche fallimentari, prestiti inopportuni, ed investimenti in dubbi progetti di sviluppo affinchè la Banca Mondiale inverta subito questa tendenza nefasta. La Banca mondiale deve quindi accogliere le raccomandazioni della Revisione sul Settore Estrattivo (Extractive Industries Review - EIR) che chiede di smettere di sostenere investimenti per l'estrazione e lo sfruttamento dei combustibili fossili. Quest'anno tale anniversario cade a pochi giorni dalla decisione definitiva sull'implementazione da parte dell'istituzione guidata dal Presidente Wolfensohn delle raccomandazioni della Revisione sul Settore Estrattivo. Il Consiglio dei Direttori della Banca mondiale potrebbe non accettare l'invito ad abbandonare petrolio e carbone e le innovative proposte sui diritti umani e sull'ambiente contenute nel rapporto, visto che già nelle scorse settimane il management della Banca aveva espresso un parere negativo in merito alle raccomandazioni.
Il comboniano padre Alex Zanotelli, promotore della Rete di Lilliput, ha scritto al presidente della Banca Mondiale ed al direttore esecutivo italiano per chiedergli di accettare le richieste che milioni di poveri nel mondo gli hanno rivolto durante i tre anni di discussione sugli impatti dei progetti petroliferi finanziati dalla Banca mondiale. "I paesi ricchi e donatori nella Banca Mondiale, come l'Italia, devono invertire la rotta di 360 gradi", suggerisce Zanotelli, e iniziare a premiare quei paesi che rispettano i diritti umani e l'ambiente - condizioni essenziali per una vera lotta alla povertà - e non coloro che chiedono garanzie finanziarie per coprire il rischi con soldi pubblici. "Stiamo dialogando con i rappresentanti italiani alla Banca mondiale per il voto sulla Extractive Industries Review e siamo ottimisti sul fatto che il nostro paese si farà portavoce nel Board di alcune importanti richieste avanzate anche da Amici della Terra, Legambiente, Greenpeace, WWF e Rete Lilliput" ha dichiarato Jaroslava Colajacomo della Campagna per la riforma della Banca mondiale. Da registrare però che il Ministero dell'Economia ha organizzato nel giorno dell'anniversario un evento di riflessione sulle istituzioni di Bretton Woods senza coinvolgere la società civile.
Intanto ieri si è tenuto il meeting delle due istituzioni internazionali di Bretton Woods con gli Stati Uniti sul debito estero di Haiti. L'attuale debito estero del paese corrisponde a 1,2 miliardi di dollari che è pari a cinque volte il totale delle esportazioni avute nel 2002. Una situazione insostenibile a cui secondo Oxfam, Ong inglese del commercio equo, deve essere data una risposta da parte della BM e del FMI affinchè il paese venga inserito nel programma HIPC dei paesi più indebitati. Oxfam chiede inoltre agli Stati Uniti di provvedere a un nuovo aiuto di 400 milioni di dollari per i prossimi due anni in quanto attualmente arriva un aiuto maggiore dal Canada.