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Modena, accoglienza calorosa e cammini di liberazione
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Racconto dei carovanieri
Un'accoglienza calorosa
La fatica dei primi giorni e del viaggio da Torino svaniscono quasi per magia entrando nella chiesa della Beata Vergine Addolorata di Modena grazie all'accoglienza calorosa di don Paolo e della comunità che si apprestava a celebrare la messa. Se il volto di una parrocchia si vede dal modo in cui celebra l'eucarestia, questa deve essere molto accogliente, visto che alla predica don Paolo si fa "aiutare" dagli adolescenti e dai bambini, seduti davanti all'altare su un grande tappeto, e ai quali rivolge molte domande.
Siamo un piena festa parrocchiale e il nostro banchetto si integra bene tra gli altri stand, anche perché (guarda caso...) il tema della festa è "Vita piena per tutti"!
Anche in questa tappa siamo ospiti delle famiglie della zona, che ci accolgono con grande disponibilità e premura, facendoci vivere una giornata di festa.
Nel pomeriggio un gruppo è andato a visitare la Casa di Lavoro di Castelfranco, Più di tante parole, può rendere il senso di questo incontro la poesia, scritta da un internato, e che ci è stata lasciata in ricordo:
Sovente sento discutere tra noi detenuti di quale sia il peggior penitenziario dove uno possa essere ristretto. Allora, giù una sfilza di nomi, città, condizioni di vita, ma no, lì si sta peggio, ma che dici, manca sempre l'acqua, non ti fanno mai lavorare, ecc.
Io invece penso che il peggior penitenziario dove un individuo possa ritrovarsi rinchiuso è⅀ la propria mente. Da essa non puoi "evadere". Se sei prigioniero dei tuoi pensieri non potrai mai essere un uomo libero, puoi cambiare casa, città, nazione, andare nei luoghi più lontani, ma sarai sempre prigioniero. A volte penso che sono più "libero" io da detenuto di molte persone che vivono "fuori", ma più prigionieri di me all'interno dei loro pensieri, vizi, desideri e compulsioni.
Maurizio
Cammini di liberazione. Una veglia di preghiera
Questa giornata vissuta in modo intenso e a diretto contatto con la comunità parrocchiale che ci accoglie, formata da tanti volti, sorrisi, sguardi, si chiude in bellezza con una Veglia di preghiera per tutte le situazioni vicine e lontane di conflitto, intervallata da dei canti proposti da un gruppo di ghanesi. Dopo aver chiesto perdono ai cinque continenti perché anche noi in parte siamo corresponsabili con i nostri silenzi e la nostra indifferenza, ci lasciamo trasportare dalle parole di alcuni testimoni che portano la loro esperienza vissuta in prima persona: p. Joseph e Kisanga ci raccontano delle atrocità a cui la popolazione civile inerme è continuamente sottoposta in Congo, notizie che non vengono riportate dai canali di informazione; Valdeci ci parla della sua lotta a difesa degli ultimi che in Brasile sono i detenuti; Papa che proviene dal Ghana ci parla della sua vita di immigrato qui in Italia.
La veglia termina con il gesto simbolico dell'unzione dell'olio ricevuto a Limone: noi carovanieri ungiamo le persone di questa piccola comunità cristiana dalle quali siamo inviati a proseguire nel nostro itinerario fino a Cimitile e a Pomigliano, e a nostra volta ci lasciamo cospargere dallo stesso olio dai testimoni di questa serata particolare che ci lascia un po' di amarezza per le tristi storie che abbiamo sentito, ma che nello stesso tempo ci da la carica ed il coraggio per continuare a ricercare tutte quelle situazioni di bene e di speranza che molte e troppe volte ci sfuggono.