Minori: i bambini nelle guerre del 2003

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Ogni notte hanno incubi: sogni di guerra e violenze. Sono stati addestrati per combattere, dei mesi o degli anni. Alcuni hanno nostalgia di casa, altri si sentono smarriti: hanno perso i genitori o sono scappati dalla povertà e da familiari che li maltrattavano. La guerriglia ha approfittato della loro vulnerabilità e li ha arruolati. Sono i bambini soldato salvati dal reclutamento forzato dei guerriglieri separatisti Tamil. Dall' ottobre 2003 vivono in un centro di transito e rieducazione gestito dall'agenzia Onu Unicef e dall'Organizzazione per la Riabilitazione dei Tamil a Kilinochchi, nella punta nord dello Sri Lanka.

Sia pur con fatica questi bambini potranno guarire dalle ferite fisiche e psicologiche inferte da chi li ha addestrati alla guerra, purtroppo però secondo un rapporto

di 50 pagine reso pubblico dalla Coalizione Stop all'uso dei bambini soldato, i governi e i gruppi armati hanno continuato nello scorso anno ad arruolare bambini.

Il rapporto cita 18 paesi e contesti in Africa, Asia, America Latina e Medio Oriente in cui le questioni legate all'uso dei bambini soldato costituiscono parte rilevante degli abusi dei diritti umani commessi durante i conflitti armati o nei periodi successivi e denuncia il massiccio incremento nell'impiego dei bambini soldato registrato nel corso del 2003 in vari paesi, tra cui Costa d'Avorio, Liberia e parte della Repubblica Democratica del Congo. Nello Sri Lanka, nonostante gli impegni presi pubblicamente, l'opposizione armata delle Tigri Tamil per la liberazione dell'Eelam (Ltte) ha continuato ad arruolare bambini tra le proprie fila.
Il rapporto della Coalizione denuncia i governi e i gruppi armati che hanno arruolato bambini soldato e chiede al Consiglio di Sicurezza di agire per porre fine a questa tragedia. [RB]

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