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Migranti: attesa dell'asilo all'ex-Hotel Africa
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A Lampedusa sono sbarcati un gruppo di 114 migranti che sono stati bloccati a terra dalle fiamme gialle e poi trasferiti nel centro di prima accoglienza, "La Misericordia", dove si trovano oltre 200 immigrati. Gli immigrati hanno dichiarato di provenire dalla Palestina. "Bisogna estendere l'asilo anche a chi fugge da fame, sete, carestie e povertà" ha dichiarato il neo-commissario europeo per la giustizia, la libertà e la sicurezza Rocco Buttiglione. "Se vanno accolti i profughi di guerra e gli esiliati politici, occorre proteggere anche i poveri del mondo che scappano dai loro inferni quotidiani" ha ricordato Buttiglione che si trova d'accordo con la proposta del ministro degli Interni tedesco Otto Schily di creare dei campi di accoglienza nel Nord Africa per controllare e selezionare i flussi migratori. A tutt'oggi l'Italia continua ad essere l'unico paese dell'Unione europea sprovvisto di una legge organica sul diritto d'asilo. Tale lacuna legislativa ha conseguenze drammatiche per coloro che arrivano in Italia in cerca di protezione da situazioni di conflitto e di violazione dei diritti umani.
Lo scorso 18 agosto a Roma sono stati trasferiti quasi cinquecento migranti di origine africana - quasi tutti richiedenti asilo - dagli ex magazzini delle Fs della stazione Tiburtina, denominato anche "Hotel Africa". Un'operazione gestita direttamente dall'assessorato alle politiche sociali e sostanzialmente concordata con il coordinamento delle associazioni e degli occupanti che negli ultimi due anni ha promosso forme di accoglienza autogestita, che ha garantito livelli minimi di assistenza. In questo periodo centinaia di cittadini eritrei, etiopi, sudanesi, magrebini, fuggiti da guerre civili sanguinose, hanno trovato una sistemazione precaria nelle strutture abbandonate a ridosso della stazione.
Una situazione di degrado e di incuria, favorita dalla totale assenza di interventi da parte delle istituzioni locali e nazionali. Dopo mesi di mobilitazione, il comune di Roma ha finalmente trovato delle alternative alloggiative che dovrebbero rispettare le richieste e le necessità dei migranti. La sfida ora si sposta sulle forme di gestione dei nuovi centri d'accoglienza: le comunità migranti e le associazioni puntano ad una sperimentazione, anche normativa, che metta al centro l'autogoverno e il rispetto della dignità umana.
Dal servizio "Aduc-immigrazione" si apprende che a Prato la Questura per controllare i domicili dichiarati dai cinesi soggiornanti ha deciso di bloccare i rinnovi dei permessi di soggiorno. Questa scelta ha portato a numerosi casi di ritardo di rinnovo del permesso causati dal ritardo dei controlli. "La questura si e' ben guardata dallo specificare, come accade per gli aspiranti residenti nei comuni italiani, fasce orarie e/o giorni per il possibile sopralluogo - continua la nota dell'Aduc che precisa come al contrario è stato specificato che nell'arco di 45 giorni, se l'immigrato non dovesse esser trovato a casa, sarebbe incorso in un rifiuto del permesso di soggiorno. L'avvocato Claudia Moretti del servizio immigrazione dell'Aduc si chiede se e' davvero necessario effettuare la sospensione del rinnovo in attesa delle verifiche, se e' vero come e' vero che la Questura puo' in ogni momento revocare un permesso già concesso. "Tutto cio' che accade sotto minaccia di mancato rinnovo di un permesso di soggiorno non puo' non avere il sapore di una lenta tortura" ha commentato l'avvocato Moretti.[AT]
Altre fonti: Aduc, Campagna per il diritto d'asilo, Altremappe