Marcia della pace: “E' ora di tagliare anche la spesa militare, no ai caccia F35”

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“Il primo impegno che chiediamo al nostro Governo è questo: tagliare i 25 miliardi di spese militari annuali rinunciare a spenderne altri 15 per acquistare 131 cacciabombardieri d’attacco F35”. Lo ha detto Flavio Lotti presentando oggi la Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli Perugia-Assisi. “Si tratta di cacciabombardieri in grado di caricare bombe nucleari – che il nostro paese ha da tempo rinunciato a utilizzare – e richiederanno una spesa di oltre 15 miliardi di euro fino al 2026, sottraendo risorse ai giovani che sono i veri protagonisti di questa marcia”. La marcia si aprirà domani con la consegna a Perugia della bandiera della pace portata da Aldo Capitini 50 anni fa alla prima marcia da uno dei giovani del ’61 ai rappresentanti dei giovani di oggi.

Nei giorni scorsi, infatti, la Rete Italiana per il Disarmo insieme con la campagna Sbilanciamoci!, la Tavola della pace, GrilloNews e Unimondo ha promosso l’appello “Taglia le ali alle armi e numerose iniziative collegate alla mobilitazione.

Le associazioni saranno presenti alla Marcia della Pace Perugia-Assisi con un grande pannello che sarà posizionato sul palco della Rocca di Assisi con la scritta in tricolore (bianco-rosso-verde) a caratteri cubitali “NO F35”. Quella della Marcia, giunta al cinquantesimo dalla prima edizione, è un’occasione ideale per rilanciare le mobilitazioni e le campagne che chiedono una forte riduzione delle spese militari e in particolare la cancellazione del costosissimo ed inutile progetto degli F-35 Joint Strike Fighter.

Le associazioni hanno da poco lanciato una seconda fase di azione: “Abbiamo elaborato insieme a tutte le organizzazioni che diventeranno ora promotrici di questa campagna un nuovo appello che rilancia le nostre richieste, mai ascoltate dal Governo” - afferma Francesco Vignarca coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo. "La mobilitazione ha infatti preso avvio a maggio 2009, quando sembrava che il Governo dovesse firmare il contratto d’acquisto, e nel corso di questi mesi è cresciuta come adesioni e supporto, non riuscendo però mai a strappare attenzione dall’esecutivo che però non ha ancora ufficialmente deciso di staccare l’assegno da 15 miliardi per l’acquisto dei 131 aerei da guerra previsti".

“Non a caso il primo rilancio della campagna contro gli F35 avviene proprio in occasione della Marcia della Pace” – spiega Flavio Lotti coordinatore di Tavola della Pace.. “Niente è più inutile di un cacciabombardiere per proteggere i cittadini dalle mafie e dalla criminalità organizzata, dal terrorismo e dalla malavita, dall’illegalità, dalla corruzione e dalla disoccupazione, dall’inquinamento o dalla sofisticazione alimentare. Eppure continuiamo a comperare costosissimi sistemi d’arma e lasciamo i poliziotti senza auto e benzina”. “Per questo invitiamo tutti a marciare domani 25 settembre da Perugia ad Assisi. Se vogliamo che le cose cambino dobbiamo prendere la parola in tanti e alzare la voce insieme” – conclude Lotti.

Mentre il Governo, con le due manovre estive prende decisioni che porteranno gravi conseguenze sui cittadini (20 miliardi di tagli agli Enti Locali e alle Regioni, altri 20 miliardi di tagli alle prestazioni sociali previsti dalla legge delega in materia fiscale ed assistenziale, blocco dei contratti e degli aumenti ai dipendenti pubblici, l’aumento dell’IVA che colpirà indiscriminatamente tutti i consumatori) nessuna parola viene detta sulle spese militari che non vengono toccate e sui progetti faraonici di armamento che non sono in grado nemmeno di dare benefici economici e di occupazione (i favoleggiati 10.000 posti di lavoro sono ora ridotti ufficialmente a 600-800).

“Le nostre alternative di spesa sono invece chiare: con i 15 miliardi risparmiati da una cancellazione degli F-35 JSF si potrebbero costruire duemila nuovi asili nido pubblici, mettere in sicurezza le oltre diecimila scuole pubbliche che non rispettano la legge 626 e le normative antincendio e si potrebbe anche garantire un’indennità di disoccupazione di 700 euro per sei mesi ai lavoratori parasubordinati che perdono il posto di lavoro” sostiene Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci!

Proprio il progetto di sviluppo ed acquisti dei cacciabombiardieri F-35 sembra esse l’emblema più chiaro di spese militari folli e senza ritorno. Secondo Massimo Paolicelli, uno degli esperti della campagna: “L’Italia spende per le Forze Armate oltre 24 miliardi di euro l’anno (1,4% del P.I.L.) che per 6 miliardi riguardano proprio sistemi d’arma spesso costosi ed inutili. L’aereo F-35 JSF è un cacciabombardiere con capacità di attacco profonde e con capacità di trasporto di bombe nucleari che non serve per la nostra politica estera ed il nostro modello di difesa e che viola l’articolo 11 della nostra Costituzione. Sarà costoso sia per quanto abbiamo già speso (circa 3 miliardi), sia per l’acquisto dei 131 esemplari (15 miliardi di euro in 15 anni) che nell’utilizzo e manutenzione (alcune ricerche parlano di quasi 1 miliardo di euro annui)”.

Per tutti questi motivi la mobilitazione “Taglia le ali alle armi” sarà domani alla Marcia della Pace Perugia-Assisi. “NO F 35. Saranno cinque lettere grandi e visibili e le disporremo lungo il percorso dei marciatori: sarà impossibile non vederle!” - informa Fabio Pipinato di Unimondo che ne ha curato la preparazione. “Abbiamo affittato un camion allo scopo ma a prima vista – considerata la non informazione che impera nei grandi media del nostro Paese – molti non ne comprenderanno ancora il significato. Ed allora saranno accompagnate da un cartello esplicativo firmato dalla campagna e dalle alcune delle organizzazioni sostenitrici. Per indirizzare le persone sul sostegno alla petizione che si può fare attraverso il sito www.disarmo.org/nof35”.

La campagna “Taglia le ali alle armi” non chiede però solo di firmare e sostenere un appello. Ma di diffondere, farsi carico, impegnarsi, organizzare incontri, discutere sul tema delle spese militari e dell’enorme spreco che, ancora di più in un periodo di crisi, ne consegue. Bisogna avere il coraggio di parlarne, se non proprio di indignarsi. NO F 35. Passaparola” - conclude Pipinato. [GB]

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