Linux day: festa per il sistema altro da Microsoft

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Sabato scorso in molte città italiane si è svolto il LinuxDay, la giornata dedicata al Free Software. Ma che cosa rende questo appuntamento annuale, arrivato alla sua quarta edizione, così differente dai vari meeting patrocinati da azienda di punta del settore come Ibm, Sun, Microsoft, Oracle, Google? Anche per il free software si parla di prodotti e servizi venduti da aziende, spesso sono le stesse che vendono anche prodotti commerciali tanto bistrattati dalla comunità. Ma a guardare bene, cambiano le persone che organizzano. Per gli showroom e meeting aziendali, sono le stesse compagnie che provvedono a finanziare e organizzare l'evento. Il LinuxDay, invece, è organizzato dagli utenti, quelle persone che in genere utilizzano i programmi e anche coloro che a volte i programmi li fanno. Per fare un esempio citando il mondo dell'auto, il LinuxDay assomiglia molto a quelle manifestazioni di appassionati che sfrecciano con le loro macchine d'epoca ben tenute e lucidate.

Nella sua tourneé milanese, Bill Gates si è espresso contro il protezionismo che non gioverebbe né ai consumatori né alle imprese, portando come esempio di successo liberista l'esplosione di Internet. "Purtroppo - commenta la Free Software Foundation Europe - dobbiamo constatare che dietro le sue parole non è cambiato nulla e Microsoft punta, come in passato, a controllare sempre più da vicino le persone e le istituzioni. L'idea di formazione tecnica propugnata da Microsoft è quella dell'utente passivo del Sistema Operativo Unico (il suo), suggellata da accordi quadro con vari ministeri, tra cui quello dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Inoltre Microsoft coltiva i propri abusi di posizione dominante bollando l'organismo dell'antitrust come "nemico" e comprando il silenzio degli altri attori del mercato. Per la la Free Software Foundation Europe la rete internet grande successo del software libero, dell'interoperabilità e della standardizzazione, viene violentata da Microsoft tramite modifiche anticompetitive di protocolli standard, per poi intonare piagnistei a proposito di "anni di ricerca ed enormi investimenti" quando le autorità le chiedono di rispettare minimi requisiti di interoperablità, così vilmente calpestati.

Intanto le pubbliche amministrazioni cinesi sono invitate a dare la priorità al software domestico (così vengono definiti i programmi sviluppati almeno al 70% sul territorio cinese): le multinazionali gridano al protezionismo.

La definizione diventa fondamentale, perché d'ora in poi le pubbliche amministrazioni cinesi che dovranno scegliere quali software adottare per le proprie infrastrutture avranno tre diverse opzioni. In queste misure protezionistiche adottate in Cina e che potrebbero venir contestate in sede di Organizzazione mondiale del commercio, spicca quella secondo cui il governo acquisterà solo computer che abbiano pre-installati sistemi operativi e software domestici.

Secondo l'azienda olandese, la OneStat.com, per la prima volta dal 1998, Internet Explorer è scesa sotto una quota di mercato pari al 90% arrivando a 88,9%. La casa di Redmond comincia a vedere crescere la piccola breccia nel suo dominio aperta da concorrenti come Netscape (il primo browser comparso sulla scena e spazzato via da Microsoft), Opera Software e Firefox il programma gratuito e open-source prodotto dal consorzio Mozilla, tra i più graditi dagli Internauti. A giudizio di Onestat.com, proprio Firefox 1.0 - al debutto due settimane fa - è il responsabile principale della frenata di Explorer. Più resistente ai virus informatici - o meno colpito dagli hacker, nemici giurati di Microsoft - il browser è già stato scaricato da 5,6 milioni di Internauti i quali gli hanno regalato una quota di mercato pari al 7,4%.

Altra fonte: Free Software Foundation Europe

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