Lettera di Enrico Peyretti a Un Ponte per...

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A "Un Ponte per..."

Sono un vostro ammiratore ed esprimo anch'io la grande gioia comune per la liberazione di Simona, Mahanaz, Ra'ad, e Simona.

Sequestrare persone è un delitto, fuori da ogni giustizia. Dentro una guerra, che è violenza totale, sequestrare nemici è un atto violento, ma uno dei meno violenti, se è teso non ad ucciderli, ma a scambiare prigionieri o a trattare. Sparare e bombardare, cioè uccidere, è molto peggio. Anche i partigiani sequestravano fascisti e tedeschi per scambiarli con partigiani catturati.

Chi ha sequestrato i quattro operatori di solidarietà, se davvero li credeva spie, ha compiuto un'azione di guerra violenta, ma tra le meno violente, e un'azione sbagliata, come tutti noi sapevamo dall'inizio.

Alla fine, a quanto ci risulta oggi 29 settembre, i rapitori hanno riconosciuto l'errore e hanno anche chiesto perdono, come ha dichiarato Simona Torretta.

A quanto scrive oggi Renato Caprile su La Repubblica, le ultime richieste sono state le seguenti:

" Essenzialmente quattro richieste, di natura per dire così umanitaria. La

prima: trenta bambini di Falluja gravemente feriti da curare negli ospedali

del nostro paese. La seconda: l'impegno del governo a partecipare alla

ricostruzione di Falluja e Ramadi, quasi completamente distrutte. La terza:

una pressione italiana sull'alleato americano perché metta fine ai

bombardamenti nel triangolo sunnita. Quarta ed ultima: l'invito in Italia di

alcuni esponenti del Consiglio perché possano spiegare all'opinione pubblica

l'altra faccia della guerra. Quella sconosciuta, che ha fatto migliaia di

vittime innocenti. Roba seria, dunque. Niente di irragionevole. "

Ora, con la forza e il diritto del lavoro pacifico svolto a caro prezzo dentro e contro la guerra, credo che "Un Ponte per..." possa, insieme a tutto il movimento pacifico, esigere dal governo il pronto esaudimento di queste richieste. La più urgente, di urgenza immediata, è la cessazione dei bombardamenti statunitensi, che sequestrano irreparabilmente nella morte molti civili innocenti, e mancano infinitamente di rispetto a donne e bambini.

Quei rapitori pentiti dei nostri quattro, dunque, chiedono atti di pace.

In più, visto e sofferto il male generale e ingiustificabile che questa guerra è, anzitutto per il popolo iracheno, dobbiamo insistere per il ritiro rapido, per quanto sta al nostro paese, della presenza militare italiana, da sostituire totalmente con un'assistenza internazionale all'Iraq pienamente legittima, estranea ai governi di guerra, quindi civile, solidale, non militare.

Con tanta gratitudine

Enrico Peyretti

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