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Le donne contro la guerra
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Foto: Unsplash.com
Nel secondo dopoguerra, si rafforza un impegno contro la guerra sempre più rilevante e capillare.
Il fascismo aveva educato le donne a fare i figli per la guerra, invece le donne i figli devono farli per la pace e per un mondo migliore.
Le donne con le loro organizzazioni di massa, come UDI - unione donne italiane, in primo luogo furono le prime nell’immediato secondo dopo guerra ad assumere la difesa della pace quale bene supremo ed attivarsi con un multiforme impegno.
Per l’UDI la centralità della questione della pace è posta nel secondo congresso nazionale a Milano nel 1947 quando i lavori congressuali si chiudono proprio con un comizio per la pace al Castello Sforzesco.
Si rafforza così un impegno contro la guerra sempre più rilevante e capillare, diffuso in tutto il paese. Da ricordare nel novembre 1947 la settimana della pace e la giornata della pace nel 1948. Nel secondo dopoguerra, l’impegno delle donne è caratterizzato dalla raccolta delle firme per abolire la guerra. Alla fine della campagna saranno oltre 3 milioni di firme consegnate al presidente della Repubblica De Nicola nel corso delle importanti assise della pace a Roma e poi a Benjamin Cohen segretario generale dell’ONU a Parigi da una delegazione giunta dall’Italia.
Alla campagna per la pace, le donne si sono dedicate come a una missione - scrive su L'Unità del 13 marzo 1948 Marisa Rodano - ne sono prova le centinaia di migliaia di firme raccolte. Dai più piccoli paesi di montagna ai grandi agglomerati urbani, casa per casa, villaggio per villaggio. Ne sono una prova le imponenti manifestazioni avvenute in tutta Italia in quei mesi, che hanno riunito in un appassionato dibattito intorno al problema dell'abolizione della guerra, donne di tutti i ceti, di tutte le condizioni, di tutte le categorie.
È la prima volta che si sviluppa nel nostro paese un così grande movimento di popolo di cui le donne sono iniziatrici e dirigenti. Corteo di donne a Milano e assise di Roma: la più grande manifestazione femminile nazionale per la pace dove sfilano con una coreografica manifestazione le bandiere della pace e ben 50 mila delegate giovani e anziane, operaie e contadine, massaie e intellettuali.
Sono rappresentanti di milioni di altre donne, della maggioranza delle donne di Italia; esse venivano a Roma per testimoniare a tutto il paese della loro raggiunta maturità politica e della loro decisa volontà di lottare per il mantenimento della pace.
L’impegno è diffuso e capillare.
Si mettono in atto variegate e creative iniziative da un capo all’altro della penisola, manifestazione di vedove di guerra, corone ai monumenti ai caduti e sulle lapidi di partigiani, cucitura e inaugurazione di bandiere della pace, convegni e incontri, comizi e poi le postine della pace e le visitatrici della pace...
L'articolo di Laura Tussi segue su Peacelink.it
Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.