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Lav: condanna dall'Ue per mancato recepimento direttiva Zoo
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La possibilità che la Corte di Lussemburgo potesse condannare l'Italia per il mancato recepimento della direttiva 1999/22 sui giardini zoologici era stata dalla LAV più volte fatta presente, in questi anni, agli uffici del Ministero dell'Ambiente, che più che stendere il testo di recepimento ne ha posticipato l'impegno. "Inutile ora cercare di tamponare il danno dichiarando che le misure di trasposizione della Direttiva sono in corso di adozione - dichiara Giovanni Guadagna, responsabile LAV settore zoo - il testo rilasciato con anni di ritardo dal Ministero dell'Ambiente deve, infatti, ancora essere vagliato dalle Commissioni di Camera e Senato e dal Consiglio dei Ministri".
Per sollecitare il recepimento, che sarebbe dovuto avvenire entro il 9 aprile 2002, la LAV aveva dato un inequivocabile segnale con una grande azione di sensibilizzazione svolta nella primavera del 2002 con le Giornate Nazionali in favore della chiusura di tutti gli zoo italiani, in quanto totalmente incapaci di fornire un seppur minimo apporto alla difesa della biodiversità, ma viceversa molto sensibili agli interessi commerciali basati sulla reclusione di oltre 10.000 animali. Furono raccolte dalla LAV oltre 100.000 firme in soli due giorni. Ma quando nell'autunno del 2002 il Ministero dell'Ambiente, dopo infiniti solleciti, convocò i rappresentati della LAV nulla era stato fatto per recepire la direttiva europea, se non ascoltare i pareri interessati della UIZA, Unione Italiana Giardini Zoologici ed Acquari, piccolissima associazione di categoria.
L'Italia riceve ora una, già da tempo annunciata, condanna da parte dell'Unione Europea, e si trova a dover recepire in tutta fretta la Direttiva con un testo che necessariamente dovrà essere emendato al fine di alleviare almeno in parte le sofferenze di migliaia di animali che ancora oggi pagano per gli interessi di botteghino dei serragli italiani.