Lav: animali nei circhi, cominicino a non farli più riprodurre

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La LAV ribatte alle polemiche dichiarazioni del pluridecennale Presidente dell'Ente Nazionale Circhi il quale, annunciando una inutile manifestazione contro il Comune Roma reo di volere vietare i serragli ambulanti, ha dichiarato che gli animali potrebbero essere tolti dal circo a patto che se li prenda lo Stato.

"Si tratta dell'ennesimo improprio uso degli animali - ha dichiarato Giovanni Guadagna Responsabile Settore Circhi della LAV - Il presidente Palmiri sa bene che una risposta alla sua domanda non è pronta e non è semplice visto che le esigenze di tigri, leoni o elefanti non sono esattamente quelli di cani o gatti. Basterebbe invece, se realmente intenzionato a dare la libertà agli animali, vietare nei loro serragli ogni ulteriore riproduzione o altra acquisizione, cosa del resto già proposta dalla LAV come avvio del definitivo smantellamento dei serragli che ancora oggi usano tenere gli elefanti alla catena e le tigri in superfici appena sufficienti a consentire la rotazione degli animali su se stessi".

La realtà del circo con animali italiano è quella di un vetusto spettacolo che sopravvive grazie ai contributi statali di importo spesso pari all'introito del totale dei visitatori, che di fatto sopperiscono all'emorragia del pubblico pagante registratasi nell'ultimo decennio e prova che gli animali-acrobati non sono più né graditi né tollerati. A conferma dell'importanza che rivestono i contributi pubblici per i circensi, ricordiamo la violenta invettiva lanciata in passato dal presidente Palmiri ai danni del Festival del Circo Contemporaneo di Brescia (interamente senza animali e con il pienone di spettatori) rimproverato di aver chiesto dei contributi pur non avendo animali.

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