La sfida tra Usa e Francia si gioca in Africa

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Il mese scorso, il governo francese ha dichiarato che firmerà un accordo militare con la sua ex colonia Algeria, per includere lo scambio di armamenti e di tecnologie, l'addestramento e la condivisione di informazioni tra servizi segreti. L'accordo è stato negoziato dal Ministro della difesa francese Michelle Alliot-Marie in visita ad Algeri il 19 luglio. Alliot-Marie, primo ministro della difesa francese in visita ad Algeri dalla fine della sanguinosa lotta per l'indipendenza del 1962, ha dichiarato che lo 'storico' accordo 'chiuderà un capitolo' della storia dei due paesi. Il ministro degli esteri Michel Barnier si era recato ad Algeri all'inizio di luglio per discutere la nuova cooperazione. Il ministro delle finanze Nicolas Sarkozy ha raggiunto i suoi colleghi a fine mese per approvare un finanziamento agli aiuti di 2,5 miliardi di dollari. La Francia ha invitato il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika alla commemorazione della liberazione del sud della Francia dall'occupazione nazista del 1944, di fronte alle proteste dei veterani francesi della guerra di indipendenza.

Alcuni analisti affermano che si tratta di manovre per assicurarsi l'accesso alle risorse di petrolio e gas del paese, in risposta ai tentativi compiuti nella stessa direzione dagli Stati Uniti. "Il governo francese vuole uguagliare i risultati diplomatici ottenuti dal governo Bush in particolare in Algeria e più in generale in Africa occidentale", ha affermato Francois Gèze, un esperto di relazioni tra Francia e Algeria. In un articolo comparso su Le Monde e scritto insieme allo studioso algerino Lahouari Addi, in esilio in Francia, Gèze condanna "l'alleanza francese con un regime criminale". Gèze ha detto all'IPS che ormai da più di dieci anni il governo algerino imprigiona e tortura i leader dell'opposizione. Ma in questo clima anti-terrorismo, l'Algeria rappresenta "ciò che i 'grandi' dell'occidente sperano per il mondo arabo", - regimi o democrazie, dei governi pronti a collaborare con gli Stati Uniti.

La Francia ha avviato relazioni diplomatiche nell'Africa occidentale ricca di petrolio: in Gabon, il cui presidente dal 1966 è Omar Bongo , in Congo Brazzaville governato da Denis Sassou-Nguesso, salito al potere nel 1997 in seguito alla guerra civile che causò centinaia di migliaia di morti, e in Angola dove, dal 1979 è al potere l'ex eroe della lotta per l'indipendenza José Eduardo dos Santos. Un esempio di questa nuova 'cooperazione' è il caso di un cittadino francese, Pierre Falcone, accusato di aver contrabbandato armi in Angola. Il governo francese ha negoziato con dos Santos la protezione di Falcone, promosso da quest'ultimo ambasciatore angolano presso l'UNESCO di Parigi. La carica ha garantito a Falcone l'immunità diplomatica. Non è un caso se - cercando di avere accesso alle risorse naturali - anche gli Stati Uniti hanno condotto una simile strategia di sostegno ai dittatori militari.

Nel 2002, il segretario di stato Colin Powell ha visitato l'Angola e il Gabon, la prima volta di un alto ufficiale statunitense in questi paesi. L'anno scorso il presidente Bush ha visitato il Senegal, la Nigeria, il Botsawa, l'Uganda ed il Sud Africa. A marzo di quest'anno, il governo statunitense ha invitato gli ufficiali militari di Chad, Mauritania, Mali, Marocco, Niger, Senegal e Tunisia negli uffici di Stoccolma, il quartier generale USA in Europa. Il centro di comando include inoltre la rappresentanza di 48 paesi africani.

Il summit di Stoccolma ha raggruppato paesi che si estendono dal Medio-Oriente al Maghreb, al golfo di Guinea. Una regione letteralmente seduta su un enorme mare sotterraneo di petrolio. Due settimane prima dell'incontro di marzo, il Gen Charles F. Wald, vice comandante a Stoccolma, ha visitato molte nazioni africane tra cui l'Angola, la Nigeria, la Tunisia, l'Algeria, il Ghana, il Sud Africa e il Gabon. "In qualunque nazione africana io vada, quando si parla della guerra al terrorismo, risuonano le stesse parole e la percezione di un sentimento comune", ha dichiarato Wald durante il suo viaggio. La minaccia delle frange estremiste ai governi eletti democraticamente è 'universalmente condivisa', ha continuato Wald. Peccato che dei paesi da lui visitati, solo il Sud Africa ha un governo eletto democraticamente.

All'inizio di agosto, il governo statunitense ha rivelato i suoi interessi nel Golfo di Guinea annunciando un programma di cooperazione militare con la Nigeria. Il Gen Robert Fogleson, comandante della US air force in Europa, ha dichiarato: "Questa regione è importante per la stabilità degli Stati Uniti....per il suo petrolio....non mi sorprende quindi che la marina militare statunitense, che il governo ha deciso di impiegare, andrà a occupare le aree che riterrà di maggiore importanza".

Gli analisti sostengono che nei prossimi cinque anni un quarto del petrolio mondiale non proveniente dal golfo, arriverà dall'Africa sub-sahariana.

di Julio Godoy

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