La protesta a Ottawa dalla strada al web. E ritorno

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Mentre il nuovo capo della polizia di Ottawa si prepara a rimuovere il blocco dei camionisti no-vax che paralizza la capitale del Canada, lo scontro fra sostenitori e oppositori del cosiddetto Freedom Convoy si sposta sulla rete. E da lì minaccia di tornare in forma tangibile sulle strade. Un sito in crowdsourcing chiamato End the Occupation monitora i punti caldi del convoglio, permettendo agli  abitanti di Ottawa di vedere dove la gente ha riferito di essere stata molestata o bloccata. E alcuni stanno andando oltre. Un account Instagram, @ottawaconvoyreport, ha raccolto foto e video di persone e camion impegnati in comportamenti illegali.Tra questi, il suono assordante e continuo  dei clacson dei camion, a tutte le ore, al punto da causare un’ingiunzione della polizia. Alcuni manifestanti accampati nei parchi e in vari angoli della città  molestano i passanti.  Una forma  estrema di protesta che ha fatto da esempio in varie  città degli Stati Uniti e di tutto il mondo. 

Molti abitanti di Ottawa ne hanno avuto abbastanza e ora stanno prendendo l’iniziativa. Alcuni stanno semplicemente compilando mappe in crowdsourcing dei punti caldi del convoglio, ma altri si sono spinti oltre, pubblicando ivolti e  nomi dei partecipanti al blocco per svergognarli pubblicamente. Leo (uno pseudonimo) è un professionista della sicurezza informatica e vive nel quartiere residenziale che circonda gli edifici governativi di Ottawa. Il 2 febbraio, Leo ha usato Ushahidi, uno strumento di mappatura software, comunemente usato per il monitoraggio delle elezioni, per creare un sito crowdsourced: End the Occupation.

Il suo obiettivo é quello di creare una mappa in tempo reale che gli abitanti di Ottawa possano usare per vedere dove la gente aveva riferito di essere stata molestata o bloccata.  Un modo per combattere ciò che vede come una risposta inadeguata da parte della polizia locale, che crede si sia spesso schierata con i manifestanti. Per pubblicizzare la mappa e far sì che i suoi vicini inseriscano informazioni, ha chiesto al consigliere comunale di Ottawa Shawn Menard di condividere il link sul suo feed di Twitter. Menard dice che si è sentito in dovere di farlo. “Il sito mostra come l’organizzazione dei residenti, supportata da strumenti tecnologici, può consentire una potente condivisione delle conoscenze e il crowdsourcing della comunità, che dipinge un quadro più ampio che sarebbe normalmente riservato alle forze tradizionali come la polizia”, dice. “L’ho condiviso a causa della mancanza di sostegno ai residenti di Ottawa da parte delle istituzioni tradizionali”. Ma in poche ore, il sito è stato inondato di spam. “C’erano immagini pornografiche  esplicite, razzismo, materiale antisemita, misoginia”, dice Leo. Lo spam è diventato così prolifico che ha dovuto chiudere temporaneamente il sito...

L'articolo di Maurizio Secchi segue su Atlanteguerre.it

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