L’anello che non tiene. Come l’intelligenza artificiale ci invita alla riflessione

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Foto: Unsplash.com

[…] In questi silenzi in cui le cose 

s’abbandonano e sembrano vicine 

a tradire il loro ultimo segreto, 

talora ci si aspetta 

di scoprire uno sbaglio di Natura, 

il punto morto del mondo, l’anello che non tiene, 

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta 

nel mezzo di una verità. […] 

Questi versi epifanici, senza tempo, di Eugenio Montale ne I Limoni (da Ossi di Seppia, 1925) racchiudono una visione realistica, ed al contempo disillusa, dell’esistenza. Tuttavia, è l’anello che non tiene che lascia presagire una potenziale scoperta di un quid che riuscirebbe a dare un senso alla vita stessa. Il segreto è tutto lì. Parrebbe semplice ed invece…

Quante volte, soprattutto negli ultimi anni, ce lo siamo chiesto? In tutti i nostri momenti di quiete apparente, di stasi imposta dalla drammatica situazione endemica, ci siamo domandati lo scopo della vita, il suo significato intrinseco?

Abbiamo ricorso a dispositivi informatici a cui affidare i nostri interrogativi, smartphones, tablet e per interagire con gli altri – alla disperata ricerca di socialità, seppur virtuale – social networks, blog, canali video. Quante informazioni, più o meno consciamente, abbiamo condiviso. Un quantitativo enorme di dati, la cui destinazione ultima ci è forse oscura.

Siamo stati, chi attori chi spettatori, tutti, in misure diverse, partecipanti ad un evento storico. In questo contesto, importanza fondamentale hanno assunto i macchinari tecnologico-sanitari che hanno permesso di salvare molte vite umane. Gli stessi Big Data hanno contribuito all’arginamento dell’epidemia, permettendo di mappare l’andamento del virus.

Più genericamente, è innegabile che l’utilizzo di software intelligenti, abbia il suo peso nei contesti più disparati. Basti pensare a settori quali industria, agricoltura (di precisione), automobilistica (veicoli a guida autonoma), shopping online, cyber-sicurezza, viabilità, lotta alla disinformazione, solo per citarne alcuni. Anche in presenza di eventi naturali catastrofici questi sistemi informatici rivestono ruoli di preminenza, stimando una previsione dei fenomeni e, in tema di ecologia, supportano progetti che lavorano sulle emergenze ambientali.

La loro esistenza è, ormai, imprescindibile dalla nostra.

Ne facciamo largo uso in gran parte delle attività quotidiane e rappresentano una finestra sul mondo. Perfino in scenari bellici, potrebbero costituire una risorsa, sostituendo i militari al fronte...

L'articolo di Gabriella Scafuri segue su Pressenza.com

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