Italia: vita da animale nel rapporto Lav

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Non per tutti gli animali la vita è bella. E' quanto rivela la IV edizione del Rapporto LAV "Gli animali e gli italiani", secondo cui ogni giorno entriamo in relazione, nel bene e nel male, con circa 600 milioni di animali: salgono a 45,5 milioni quelli presenti nelle nostre case rispetto ai 43,5 milioni del 1999 (7 milioni di cani, 7,5 milioni di gatti, 16 milioni di pesci d'acquario, 12 milioni di uccelli). In aumento i servizi dedicati agli animali domestici: nel 2004 sono salite da 28 (nel 2003) a 66 le dog-beach, tra libere e attrezzate. Ai primi posti per numero di strutture e accoglienza: Toscana, Emilia Romagna e Liguria. 2.730 gli hotel che hanno tolto il divieto agli animali e oltre 750 gli agriturismo, oltre 500 le offerte tra pensioni per animali e allevamenti.

Da almeno sei-sette anni si è fatta sempre più consistente nelle case degli italiani la presenza di animali esotici, costretti ad adattarsi ad un ambiente a loro estraneo: almeno 500.000 animali ai quali si aggiungono circa 40.000 rettili (tra iguane e serpenti), 1 milione di tartarughe d'acqua dolce e circa 3.000 grandi felini (leone, pantera, leopardo, ecc.). Ma anche non meno di 30.000 animali ancora prigionieri in anacronistici zoo e acquari e almeno 3.000 animali costretti ad esibirsi nei circa 150 circhi italiani. Unico dato confortante: la disaffezione del pubblico verso queste forme di spettacolo ed esposizione di animali a fini commerciali ma con il falso alibi della tutela.

E poi, ancora, in Italia vivono, o meglio sopravvivono, almeno 660.517 cani e 1.300.000 gatti randagi, 250.000 animali ancora allevati e uccisi per rubarne la pelliccia, 905.603 quelli torturati a fini sperimentali. 100 milioni quelli uccisi dai cacciatori, 440.433.442 animali allevati a scopo alimentare (avicoli, conigli, suini, ecc., tra i quali anche 30 milioni annui di "inutili" pulcini maschi di razza ovaiola uccisi alla nascita nel tritatutto e ai quali vanno aggiunte le decine di migliaia di bufalini maschi anche loro gettati alla nascita) e milioni di pesci allevati e pescati nei nostri mari. Sempre più numerosi gli italiani che hanno scelto un'alimentazione vegetariana o vegan (né carne, né pesce): 3 milioni (erano 1,5 milioni negli anni '90). Destano allarme i crescenti interessi della Zoomafia sugli animali: un business stimato in 3 miliardi di euro tra traffici illegali di animali esotici e d'allevamento, lotte tra cani, corse clandestine di cavalli, ecc., contro i 2.679 miliardi di lire del 1998.

"La sensibilità degli italiani nei confronti degli animali è aumentata, è cresciuta la voglia di poter vedere e conoscere meglio gli animali ma, parallelamente, le forme di sfruttamento si sono "affinate", si sono date in diversi casi una nuova e meno truculenta veste, più presentabile: basti pensare alle pellicce "scomposte" in inserti e colori da farle sembrare finte o al cacciatore che "tutela la natura" - dichiara Gianluca Felicetti, responsabile LAV Rapporti istituzionali - Sono in parte diminuiti gli animali uccisi, per esempio, dalla sperimentazione ma sono aumentati i test più dolorosi. Migliaia i casi di maltrattamenti denunciati dalle associazioni e segnalati dai Media; in aumento i vegetariani e coloro che preferiscono scegliere prodotti cruely free, dall'alimentazione ai cosmetici".

"Le risposte alla voglia di contatto con gli animali sono state perlopiù fatte proprie e snaturate da chi li commercializza e da chi li espone in ambiti innaturali - continua Felicetti - In termini di contraddizioni, oggi in tanti si dichiarano animalisti, pensando che tale termine identifichi un generale, e talvolta fin troppo generico, sentimento di amore verso gli animali, o indirizzato solo a cani e gatti, al massimo a delfini e balene, ed il resto chi se ne importa. Ed anche gli zoo, prigioni per innocenti, hanno pensato al mercato ribattezzandosi bioparchi, letteralmente parchi della vita, quando la sostanza di sofferenze e reclusione è rimasta inalterata e basta continuare a millantare che si lavora per la conservazione della specie, per la quale contemporaneamente non si fa nulla in natura".

Sabato 23 e domenica 24 ottobre, in 300 piazze d'Italia, la LAV organizza le Giornate per i diritti degli animali, per sensibilizzare cittadini e istituzioni ad un rapporto di maggiore rispetto verso quei circa 600 milioni di animali a nostro "uso e consumo", spesso senza alcuna reale necessità o giustificazione nel farli soffrire o ucciderli.

"Perché anche loro valgono" è il titolo della mini-guida pratica che il 23 e 24 ottobre sarà distribuita dalla LAV in 150.000 copie per fornire ai cittadini indicazioni utili sull'applicazione della nuova legge 189/04 - in vigore da agosto e grazie alla quale gli animali non sono più considerati una "cosa" senza valore - contro il maltrattamento e lo sfruttamento di animali in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate, l'abbandono, il doping, il commercio di pellicce di cani e gatti. E per segnalare abusi su animali e/o ricevere informazioni sulla nuova legge, la giustizia ora ha un numero: 848.588.544 (attivo dal 1° novembre, al solo costo di un'urbana da tutto il territorio nazionale), istituito dalla LAV per fare emergere i reati attraverso lo strumento della denuncia o querela e favorire l'applicazione della legge 189/04 che prevede ammende fino a 160.000 euro e la reclusione fino a tre anni.

Il 23 e 24 ottobre presso i tavoli LAV si potrà anche firmare la petizione indirizzata al Governo italiano affinché vieti ogni commercio di pelli, pellicce e altri prodotti derivati dalle foche (olio, grasso) e cessi il più grande e crudele massacro di mammiferi marini nel mondo: il Canada ha autorizzato l'uccisione di 975.000 foche nel triennio 2003-2005, la Norvegia ha deciso di aprire la caccia a 2.100 foche ai turisti di tutta Europa. L'Italia contribuisce ad alimentare questo mercato di morte: negli ultimi tre anni ha importato pelli, pellicce grezze e altri derivati di foca per 8,4 milioni di euro ed esportato prodotti di foca per 16,2 milioni di euro.

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