Italia: via al tribunale sull'informazione manipolata

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Cerimonia di apertura per il Tribunale Mondiale sull'Iraq (WTI), un'iniziativa internazionale promossa da cittadini per accertare la verità sulla guerra e sull'occupazione dell'Iraq. L'incontro, che si tiene a Roma l'11, il 12 e il 13 febbraio presso l'Aula Magna del Rettorato dell'Università Roma Tre, intende affermare il diritto delle persone a giudicare i media per il ruolo decisivo che hanno avuto nell'informare e nel disinformare l'opinione pubblica di tutto il mondo, partendo dal presupposto che è dovere dell'Informazione raccontare la verità e operare in modo indipendente dai governi. La sessione metterà a fuoco questi temi partendo dal punto di vista di tre categorie di cittadini danneggiati dalla guerra: i cittadini dell' Iraq; i cittadini della c.d. 'Coalizione'; e i cittadini del resto del mondo. Un pannello di esperti ascolterà le deposizioni di testimoni iracheni, di giornalisti indipendenti e osservatori dei media e di analisti esperti di strategie governative tese a manipolare la comunicazione mediatica.

L'idea di organizzare un Tribunale Internazionale sull'Iraq è stata lanciata, simultaneamente, dai vari movimenti dal basso contrari alla guerra, presenti in diverse parti del mondo. Il progetto fu discusso per la prima volta durante i diversi Anti-War Meetings organizzati nel 2003 a Berlino, Jakarta, Ginevra, Parigi e Cancun. Nel maggio del 2003 fu formalizzata a Jakarta la proposta del progetto che verrà poi discusso e supportato a Bruxelles, nel giugno del 2003, durante il European Network for Peace and Human Rights, organizzato dalla Bertrand Russell Peace Foundation. In quella sede risultò evidente la necessità di ideare un Tribunale Internazionale che investigasse sui crimini perpetrati contro il popolo iracheno e contro la pace. Si decise inoltre che il Tribunale sarebbe stato il centro di coordinamento di varie sessioni, che si sarebbero poi svolte in diverse sedi e che avrebbero affrontato differenti questioni inerenti le implicazioni della guerra.

Sino ad oggi sono state organizzate sessioni a Londra, Tokio, Mumbai, Copenhagen, Bruxelles, New York ed altre sono in preparazione, tra le altre a Genova (Roma), Hiroshima, Stoccolma, Berlino, Parigi e Tunisi, fino ad arrivare alla Sessione Finale prevista per il 20 marzo del 2005 ad Istanbul. Ereditando la tradizione del Tribunale Permanente dei Popoli e del Tribunale Russel, il W.T.I si colloca nell'ambito dei tribunali internazionali di coscienza come l'International Action Center, il Tribunale Giapponese sui Crimini di Guerra compiuti in Afganistan, la World Court of Women on US War Crimes. Un impegno per ristabilire la verità investigando sui crimini commessi durante la guerra da parte del governo degli Stati Uniti e dei suoi alleati, giudicandone la violazione della leggi internazionale ed analizzando i presupposti ideologici ed economici della politica estera statunitense, attraverso l'analisi del "Project for New American Century" e della dottrina della "guerra preventiva".

In questo contesto di controllo dell'informazione sta avanzando in Italia la riforma dei codici penali militari che dopo essere stata approvata dal Senato arriverà alla Camera il 21 febbraio prossimo. L'approvazione della delega comporterebbe, fra l'altro, che in paesi dove i militari italiani sono presenti, ad esempio in Iraq, il Codice Penale Militare di Guerra verrebbe applicato anche per i civili (ad esempio volontari di ONG in missione umanitaria e giornalisti), con grosse ricadute in tema di libertà di informazione. Dopo una raccolta di più di mille firme sull'appello per fermare questa riforma le organizzazioni promotrici hanno lanciato una pressione di richiesta di audizione riguardo la legge delega presso le commissioni difesa e giustizia della Camera per rallentare l'iter di approvazione della legge.

Fino ad oggi hanno chiesto l'audizione il Cocer (sindacato dei militari), vari Ong, la Federazione Nazionale della Stampa (FNSI) e la rivista "Azione Nonviolenta". E proprio dal Cocer sono arrivate critiche all'attuale progetto di legge, soprattutto nella parte in cui si propone di ampliare i reati militari; dubbi sono stati inoltre manifestati sulla necessita' stessa di mantenere ancora in vita l'attuale ordinamento giudiziario militare. Per il prossimo 17 febbraio si terrà un'evento promosso dal Gruppo di Lavoro del TavoloPace di Roma a cui parteciperanno giornalisti, giuristi, parlamentari, rappresentanti di Ong e del Cocer. [AT]

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