Italia: un'altra morte per l'uranio impoverito

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Il Caporal maggiore Valery Melis, affetto da un eccesso di linfomi di Hodgkin, è morto il 4 febbraio scorso a Cagliari. Un'altra vittima della cosiddetta sindrome dei Balcani. Pax Christi e l'Associazione Obiettori Nonviolenti chiedono le dimissioni del ministro Martino.

"Le parole del Ministro Martino dopo la tragica morte del Caporal maggiore Valery Melis, suonano come lacrime di coccodrillo". E' quanto hanno dichiarato Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti e Riccardo Troisi di Pax Christi Roma in un comunicato inviato alla stampa. "Dire oggi 'sarà trovata una soluzione soddisfacente' è fuori tempo massimo. Il Ministro si deve dimettere".

Secondo i due attivisti negare l'evidenza di un problema come quello dell'uranio impoverito è criminale. Sono oramai centinaia i casi denunciati dall'Osservatorio militare di cui oltre una ventina hanno portato alla morte dei militari coinvolti.

Intanto Antonietta Morena Gatti, fisico e bio-ingegnere, afferma che la causa delle malattia non sarebbe direttamente l'uranio impoverito ma microparticelle di metallo assunte durante le esplosioni. Antonietta Morena Gatti, fondatrice e direttrice del Laboratorio dei Biomateriali dell'Università di Modena e Reggio Emilia ha recentemente reso pubblica una ricerca che chiarirebbe le origini della cosiddetta "sindrome dei Balcani". Secondo la ricercatrice le patologie riscontrate non avrebbero origine radioattiva bensì nanopatologica.

In altre parole le munizioni all'uranio impoverito scatenano altissime temperature che creano polveri di metalli poi inalate da militari o civili che si trovino nell'area. Le polveri inoltre si depositano sul terreno e rischiano di venire assunte per via alimentare. "Tutti i campioni che abbiamo analizzato contengano micro- e nano-particelle inorganiche ... e le particelle trovate nei tessuti malati di civili e militari e le particelle trovate nel terreno dei territori dove le patologie furono contratte sono reciprocamente compatibili" - afferma la ricercatrice. [DS]

Altre fonti: Osservatorio militre, Laboratorio dei Biomateriali dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

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