Italia: tagli ai fondi su aids, Ong e servizio civile

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Le organizzazioni non governative gridano allo scandalo per l'annunciato taglio di 100 milioni di euro al Fondo Globale per la Lotta all'Aids annunciato dal governo italiano causa le troppe spese sull'Iraq. Nel 2001 fu proprio il governo Berlusconi, in occasione dell'incontro dei G8 di Genova a farsi promotore del Fondo Globale per la lotta contro aids, tubercolosi e malaria, impegnando i paesi del Vertice ad uno stanziamento di spesa di 10 miliardi di dollari entro il 2005. La verità è che il governo non ha mai versato in questi anni la quota di 100 milioni di euro annui. Anche l'opposizione è insorta sul tema. Ermete Realacci, della Margherita ha giudicato l'atteggiamento del governo vergognoso . Secondo Umberto Ranieri, Ds, vicepresidente della commissione Esteri della Camera se l'Italia non farà la sua parte è possibile che anche gli Usa verseranno 40 milioni di dollari in meno, così come il Giappone e gli altri membri del Fondo. Il Fondo, finora ha approvato interventi per 2,4 milioni di euro, aiutando il Ghana dove l'aids è un flagello; o il Ruanda con 38 centri integrati per l'intervento sull'Hiv. Nelle Filippine si istruiscono i medici per la cura contro la tubercolosi. Il Fondo globale ha iniziato a funzionare rafforzando la coesione tra i Paesi aderenti e impostando nella giusta prospettiva gli interventi da attuare nei Paesi del Terzo Mondo.

Intanto alla Commissione bilancio della Camera è stata avviata la discussione di aggiustamento del decreto di bilancio che prevede un taglio di 250 milioni di euro ai fondi destinati alla cooperazione. "Essere solidali con i nostri operatori nei Paesi in conflitto vuol dire anche occuparsi in Italia dei fondi che il governo intende destinare alla cooperazione allo sviluppo". Queste le parole pronunciate da Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione Ong Italiane al termine dell'incontro che si è tenuto tra il Sottosegretario Letta, il Ministro dell' Economia Domenico Siniscalco e le parti sociali. "Oltre ad aver reiterato le nostre richieste già avanzate nelle consultazioni per il Dpef a giugno" - ha dichiarato Marelli - in particolare per quel che riguarda l'innalzamento al 20% della deducibilità per le donazioni elargite alle Ong e al non profit, l'esenzione dal prelievo fiscale per i volontari impiegati all'estero dalle Organizzazioni non governative compresi i giovani in servizio civile, il mantenimento degli impegni presi in sede di Consiglio europeo di prevedere l'allocazione alla cooperazione internazionale di risorse pari almeno allo 0,27% del PIL per il 2005, i 300 milioni per il servizio civile, abbiamo chiesto il mantenimento di questa tappa intermedia e minimale (rispetto al raggiungimento dello 0,7 del PIL richiesto dalle Nazioni Unite) per proseguire la strada verso il raggiungimento degli obiettivi del millennio a nostro avviso ottenibili con una riduzione del 10% delle spese militari".

Cresce la polemica sulla proposta di finanziare parte dei progetti che prevedano l'impiego di volontari in servizio civile con il 40% dei fondi (circa 60 milioni) destinati dalle Fondazioni bancarie ai Centri servizio per il volontariato. "Già il disegno di legge del Governo di modifica della 266/91 prevede, in disaccordo con le organizzazioni di volontariato dell'osservatorio nazionale, la riduzione di un ulteriore 40% dei fondi da trasferire ai centri di servizio che verrebbe riservato a discutibili contributi alle singole associazioni da parte dei comitati di gestione"- ha dichiarato Luigi Bulleri in una nota della Consulta del Volontariato del Forum del Terzo Settore. "Se ora - come sembrerebbe richiedere il Ministro Giovanardi - con i fondi per il volontariato si deve finanziare anche il servizio civile vuol dire che al volontariato non rimane quasi nulla e ciò mentre le esigenze di formazione continua, di assistenza fiscale, tecnica ed amministrativa alle associazioni di volontariato è sempre più indispensabile". Per il servizio civile cresce intanto il timore di non poter comunque soddisfare molte richieste nel 2005 per i tagli finanziari. A questo si aggiungono il divieto di cumulare i redditi del servizio civile (433 euro al mese) con le entrate derivanti da altri lavori e la proposta per il servizio civile di un orario rigido, con un monte ore settimanale dalle 30 alle 36 e con tempi di entrata e uscita prestabiliti. Secondo un sondaggio realizzato da Swg per conto di Arci-Servizio civile, il 30 per cento delle ragazze intervistate sostiene che non avrebbe optato per il servizio civile se fossero gia attive queste proposte. "È un grave errore, a cui si deve porre rimedio al più presto", dice Licio Palazzini, presidente di Arci-Servizio civile.[AT]

Altre fonti: Arci-Servizio Civile, Forum del Terzo Settore

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