Italia: sedativi agli immigrati ed immigrati-imprenditori

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Il 31 gennaio in Europa è stata indetta una giornata d'azione a favore dei migranti. Un percorso iniziato con un incontro di vari collettivi di Sans-Papiers, rifugiati e migranti al NoBorder Camp di Strasburgo nel luglio 2002.

Contro la "fortezza Europa" una giornata di mobilitazione. Ne riporta notizia Indymedia che pubblica un appello degli organizzatori della 'Giornata europea di mobilitazione e sensibilizzazione' sui problemi affrontati quotidianamente dai migranti e dei rifugiati. L'appello sottolinea la progressiva erosione dei diritti dei cittadini stranieri all'interno dell'UE: dal diritto alla casa, alla salute, al lavoro ed all'educazione.

 

MEDICI SENZA FRONTIERE:
Lunedì 26 gennaio, alle ore 11.30 presso la Sede della Stampa Estera in via dell'Umiltà 83/c (Roma), MSF presenterà il
Rapporto sui CPT in Italia

"Sono solo la punta dell'iceberg della precarietà che si estende dai migranti a tutti gli altri lavoratori", afferma il documento che chiede la libertà di movimento e residenza, l'immediata chiusura di tutti i Cpt in tutti i paesi europei, la fine alle deportazioni, il riconoscimento della residenza e della cittadinanza per tutti in tutti gli stati europei, l'attuazione di un reale diritto di asilo, la fine dello sfruttamento e della neo-schiavitù, il diritto al lavoro basato sulle stesse retribuzioni e mansioni dei lavoratori dei paesi in cui si risiede e la regolarizzazione incondizionata (permesso di soggiorno) per tutti i Sans-Papiers.

La società italiana, sotto la spinta dell'immigrazione, sta comunque cambiando volto. Redattore Sociale rende noto che negli ultimi tre anni, l'imprenditoria immigrata ha conosciuto un grande sviluppo. Nel solo 2002 si sarebbero registrati a Roma 7.693 imprenditori stranieri. Il dato emerge da una recente ricerca svolta dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, insieme all'equipe del Dossier Statistico Immigrazione della Caritas>. In ogni caso "se i dati statistici rivelano un notevole aumento di imprese gestite da immigrati, i numeri però non ci permettono di ricostruire il percorso imprenditoriale" - spiega Grazia Naletto (Associazione Lunaria), che ha preso parte alla ricerca. Per questo, sono stati intervistati 30 imprenditori immigrati, appartenenti a differenti comunità, residenti in diverse aree cittadine e impiegati in vari settori economici.

"Il nostro scopo" - racconta la Naletto - "era da un lato di cogliere le motivazioni che spingono gli immigrati a creare un'impresa e dall'altro, individuare le difficoltà che incontrano". Lle difficoltà incontrate dagli imprenditori immigrati consistono innanzitutto nell'accesso al credito e nel reperimento del capitale iniziale (il che evidenzia i limiti degli enti locali e del sistema bancario). In secondo luogo, risulta problematico consolidare l'impresa costituita, a causa della mancanza di un sistema formativo che sia compatibile con il profilo dell'imprenditore immigrato e al tempo stesso capace di orientare verso i servizi utili presenti sul territorio.

E sempre Redattore Sociale rende noto che gli stranieri del Centro di permanenza temporaneo (Cpt) di Bologna hanno iniziato uno sciopero della fame e chiesto di poter essere tutti sottoposti ad esami del sangue. Questo dopo le denunce fatte due giorni fa da due ospiti del Cpt di via Mattei che hanno accusato la struttura di somministrare loro psicofarmaci attraverso il cibo dopo che le analisi del sangue - richieste dagli avvocati - erano risultate positive a fenobarbital e carbamazepina, potentissimi sedativi. "La spesa farmaceutica all'interno del Cpt è di 40 mila euro l'anno per una media di 70 persone rinchiuse - ha affermato Valerio Monteventi, portavoce del Bologna Social Forum. "Una cifra un pò alta per una struttura del genere.

Inoltre, l'uso di clonazepam, clotiapina e carbamazepina (medicinali contro l'epilessia e gli stati di eccitamento) è maggiore rispetto a quello dei farmaci di base". Il Bsf chiede quindi la sospensione immediata della convenzione tra la Prefettura di Bologna e la Croce Rossa Italiana per la gestione dei servizi all'interno del Cpt e chiede a parlamentari bolognesi e consiglieri regionali (ovvero coloro che possono visitare il Cpt) un monitoraggio settimanale della struttura. [DS]

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