Italia: scuola, proteste a tempo pieno

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La settimana di mobilitazione contro la riforma Moratti e in difesa del tempo pieno e prolungato si è conclusa con la manifestazione nazionale di sabato 17 a Roma, ma anche in altre città si sono organizzate iniziative di protesta.

In prossimità del varo definitivo della riforma Moratti (il 19 gennaio le commissioni istruzione di Camera e Senato dovrebbero dare l'approvazione definitiva al decreto attuativo), un vasto movimento di genitori, insegnanti, studenti, sindacati ha ribadito la positività del tempo pieno nella scuola elementare ed espresso il rifiuto della figura del tutor, l'insegnante unico che decide il destino scolastico.

 

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I manifestanti difendono poi il modello di integrazione sociale fin qui adottato, contrapposto a un modello educativo che ritorna indietro di trent'anni, riporta a una vecchia gerarchia che contrappone materie importanti (italiano e matematica) a quelle tecniche e artistiche.

Anche secondo l'Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), "la scuola pubblica non può rinunciare ad elaborare un proprio progetto di scuola, di cui il tempo-scuola è elemento essenziale" e sulle finalità della scuola primaria i comuni chiedono "una più esplicita individuazione del valore delle diversità individuali, ivi comprese, tra queste, quelle derivanti da situazioni di disagio sociale".

Intanto da un'indagine di "Tuttoscuola" emerge un quadro preoccupante sulla dispersione scolastica nel nostro Paese: ad oggi 31 studenti delle superiori su 100 non concludono il percorso scolastico. Nei licei artistici e negli istituti professionali si perdono per strada addirittura 48 studenti su cento. [RB]

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