Italia: processo blindato per "riscrivere il G8"

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"Avremo il coraggio di stare vicini a loro sino alla fine, insieme a loro sul banco degli imputati ci sarà anche Carlo". Ha concluso così Haidi Giuliani, la mamma di Carlo, il suo intervento all'incontro giuridico organizzato dal Comitato Verità e Giustizia per Genova e Piazza Carlo Giuliani che si è tenuto il 28 a Genova, in occasione del processo che inizierà martedì 2 marzo. Ai 26 imputati è contestato il reato di "devastazione e saccheggio", un imputazione non usata in Italia da decenni, per la quale è prevista una pena pesantissima dagli 8 ai 15 anni. Quattrocento i danneggiati ma, delle parti lese citate dai PM, la gran parte sono state depennate, evitando così di trasferire il processo a Torino. Alcuni degli imputati potrebbero però invocare la legge Cirami, che prevede il trasferimento dei processi per "legittimo sospetto"; altri solleveranno l'eccezione di incostituzionalità della legge su devastazione e saccheggio.

Intanto gli ex-portavoce del Genoa Social Forum (Gsf), l'organismo che organizzò il Forum di discussione e le manifestazioni che si tennero il 19, 20 e 21 luglio del 2001, "si attribuiscono la responsabilità di tutte le iniziative che furono organizzate in quei giorni dalle reti che aderivano al Gsf". Ne dà notizia una nota del Gsf, firmata da tutti gli ex portavoce che riporta l'atto di autodenuncia e si oppone "al tentativo di riscrivere la storia e di accreditare la tesi che la città fu devastata dalle violenze dei manifestanti, i quali con la loro resistenza hanno di fatto impedito che il bilancio di quella giornata fosse ancora più grave". La nota continua sottolineando come solo all'interno del quadro generale di ciò che avvenne allora sia possibile valutare anche i fatti contestati alle persone sotto processo.

Più di duemila sono gli attivisti che hanno risposto anche all'appello "Mai più come al G8" promosso dal "Comitato Verità e Giustizia per Genova" che rilanciava una petizione popolare e invitava a presenziare durante il processo. Un processo che si preannuncia blindato a causa dei settecento agenti che presidieranno il tribunale e altri "obiettivi sensibili" della città e comunque a numero chiuso. Infatti, il pubblico che vuole assistere al processo lo potrà fare solo avvicendandosi in aula a gruppi di circa cento persone per volta, ogni mezz'ora-tre quarti d'ora.

Nel pomeriggio di lunedì si è svolta la conferenza stampa degli Studenti in movimento e del Movimento universitari per presentare il corteo di domani mattina che arriverà fino al palazzo del Tribunale. "Nelle scuole genovesi è ancora molto forte il ricordo di quello che è successo alla Diaz, per questo come studenti medi ci troveremo proprio in questo istituto prima dell'inizio delle lezioni" - dichiara Giulia della Diaz. [AT]

Altre fonti: Comitato Verità e Giustizia per Genova, Radio Sherwood.

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