Italia: politiche di prevenzione contro gli incendi

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"I paesi mediterranei dovranno adottare misure di prevenzione di incendi piu' efficaci" ha precisato una nota del Wwf che ha stimato che ogni anno, infatti, il Mediterraneo e' colpito da piu' di 50.000 incendi che bruciano fino a 800.000 ettari di foreste. Secondo la ricerca del Wwf il 95% degli incendi e' di origine dolosa o provocato dall'incuria della gente e gli incendi delle foreste su vasta scala per tutto il Mediterraneo sono aumentati significativamente durante gli ultimi decenni, principalmente a causa dello sviluppo industriale, la conversione della terra per creare terreni coltivabili e pascoli, la cattiva amministrazione e l'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Tra le zone ad alto rischio del Mediterraneo vengono segnalate le montagne Monchique e Caldeirao in Portogallo. Gli incendi della scorsa estate sono stati i peggiori per il Portogallo negli ultimi 25 anni e hanno distrutto 400.000 ettari di vegetazione, danneggiato 2.500 case ed edifici per 1 miliardo di euro.

"La soluzione dei governi per gli incendi delle foreste si concentra usualmente sulla repressione e sugli investimenti in tecnologie molto costose piuttosto che focalizzarsi sulla prevenzione e sul ripristino degli ambienti forestali", afferma Edoardo Isnenghi del programma foreste del Wwf. In Italia ancor'oggi la maggior parte dei comuni italiani non ha ancora attivato il catasto delle aree percorse dal fuoco, strumento per disincentivare e punire chi negli ultimi 20 anni ha bruciato i terreni per rende possibile il rilascio del permesso di costruire. In Italia solo nell'agosto scorso sono stati percorsi dalle fiamme il 50% di tutto l'anno pari a oltre 17000 ettari di bosco. Per questo il Wwf invita i governi a sviluppare e realizzare politiche di prevenzione rigorose decidendo di perseguire i colpevoli. Inoltre per le operazioni di riforestazione e ripristino dei paesaggi degradati sono da impiegare le specie di latifoglie autoctone, che presentano una maggior resistenza al fuoco. Queste formazioni forestali non solo garantiscono una copertura del suolo efficace per affrontare i fenomeni di desertificazione ma forniscono anche interessanti fonti di reddito alle popolazioni locali.

In questi giorni è partita anche la campagna contro gli incendi nei parchi naturali promossa da Legambiente in collaborazione con la Direzione Generale per la Protezione della Natura del Ministero dell' Ambiente. Secondo quanto dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale della campagna di Legambiente - la legge quadro in materia di incendi boschivi, la 353 del 2000, "ha permesso un cambio di cultura nella lotta agli incendi boschivi, ma va migliorata, soprattutto per quanto riguarda alcuni aspetti sanzionatori e la verifica della sua piena applicazione da parte dei comuni". Infatti, da una recente indagine svolta da Legambiente su circa mille comuni, emerge che due comuni su tre non svolgono ancora un sufficiente lavoro per contrastare la piaga degli incendi boschivi e addirittura il 42% non fa praticamente nulla per fermare i roghi, mentre solo il 5% delle amministrazioni comunali realizza il catasto delle aree percorse dal fuoco, strumento fondamentale per evitare speculazione da parte dei piromani. Il 60% dei comuni inoltre non realizza attivita' di manutenzione dei boschi e fortemente carente risulta anche l'attivita' di informazione alla popolazione. [AT]

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