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Italia: l'elicottero 'italiano' di Bush è fuori legge
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"L'annuncio che il prossimo elicottero del Presidente degli Stati Uniti sarà lo US101, prodotto da Agusta-Westland una controllata di Finmeccanica, ha visto dichiarazioni trionfali di tutti gli schieramenti politici. Peccato nessuno tra i politici di rilievo abbia ricordato che in Italia vige una legge, la 185/'90, che vieta l'esportazione di sistemi d'arma a "Paesi in stato di conflitto armato" - e il Sipri definisce l'intervento Usa in Iraq come "guerra tra stati"), e che si rendono "responsabili di gravi violazioni dei diritti umani" e Human Right Watch annovera Abu Ghraib e Guantanamo tra le gravi violazioni - commenta Giorgio Beretta del Network disarmo.
La legge 185/90 (in rtf)
"Ancora una volta, tutti pronti a brindare ai successi del made in Italy, senza farsi sfiorare dal dubbio sulla legalità dell'operazione. A meno che non si voglia sostenere che l'elicottero presidenziale Usa, considerato il passeggero, sarà adattato ad 'uso civile'" - conclude Beretta.
In effetti le reazioni del mondo politico italiano alla notizia che il presidente degli Stati Uniti George W. Bush volerà su un elicottero italiano sono state a dir poco entusiastiche. Non si registra un commento specifico del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ma va ricordato che recentemente si era detto disposto a diventare "commesso viaggiatore" per l'industria militare italiana sottolineando che "l'Italia è la sesta potenza mondiale, ed è il terzo paese nel mondo che ha impegnato la sua potenza militare a supporto della pace". "Questo ci dà peso e prestigio rilevanti nel mondo ed è un vantaggio per le nostre imprese e la nostra economia" - notava Berlusconi.
Se appaiono scontate quelle dei rappresentanti del Governo, che sottolineano come fa il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, secondo il quale l'acquisizione della commessa di elicotteri da parte di Agusta-Westland dimostrerebbe "che la politica industriale del Governo e la competitività sono una realtà", stupiscono i commenti altrettanto entusiasti dei rappresentanti dell'opposizione.
Felice per la notizia, Pier Luigi Bersani, responsabile economico dei DS, si preoccupa soltanto di difendere il contributo dei governi precedenti allo sviluppo dell'industria elicotteristica (militare) italiana. "Questo episodio - commenta Bersani su L'Unità del 30 gennaio - dimostra che l'Italia ha un'ottima industria di elicotteri che i governi, anche quelli passati, ha sempre sostenuto. (...) In un momento difficile per l'industria questa è sicuramente una buona notizia". E rivela: "Lo stato ha sempre investito molto in quest'azienda con vari interventi".
Appassionato anche il commento di Paolo Ferrero, della segreteria di Prc, anche lui più preoccupato a difendere le proposte di Rifondazione comunista che la legge italiana. "Mentre l'industria privata va a rotoli - ha commentato Ferrero - l'industria pubblica italiana, con Finmeccanica, vince la commessa di elicotteri per la Casa Bianca. Questa è la dimostrazione migliore che la proposta di Rifondazione comunista di una ripresa di politiche di intervento pubblico nell'economia è razionale anche sul piano economico, mentre i "diktat liberisti", che trovano sintesi nello slogan 'privato è bello', sono stupidaggini ideologiche".
L'accordo firmato sabato scorso tra la Marina Usa e un consorzio transatlantico guidato da Lockheed Martin, in cui è presente la Agusta Westland, controllata da Finmeccanica, prevede la costruzione di una nuova flotta di 23 elicotteri presidenziali per un valore complessivo di circa 6 miliardi di dollari. Secondo numerosi commentatori l'accordo ha assunto una dimensione politica internazionale, con i premier italiano e britannico Silvio Berlusconi e Tony Blair che hanno fatto pressione sul presidente Usa George W. Bush per l'elicottero italo-britannico della Agusta-Westland. In un comunicato, il Pentagono (ministero della difesa americano) precisa che la produzione sarà effettuata tra gli stabilimenti di Owego, New York (il 31%), di Amarillo in Texas (il 27%), in Gran Bretagna (il 21%), della Agusta in Italia a Cascina Costa in provincia Varese (il 15%) ed il restante sei per cento in quattro altri impianti americani. La produzione degli elicotteri dovrà essere completata entro il settembre 2014.
Grazie all'accordo Finmeccanica punta ora al mercato Usa per prossime gare e altri business dal valore economico anche più consistente - riferisce l'Ansa. Il traguardo prestigioso per la tecnologia italiana aprirebbe infatti la strada alla gara per una commessa più consistente, quella sino a 200 macchine all'Air Force per il programma 'Personnel Recovery Vehicle', un affare da oltre 200 milioni di dollari. Si ritiene, infatti, che chi ottiene la fornitura dei Marine One avrà una sorta di opzione su questo successivo contratto. Secondo l'Ansa "Agusta-Westland parteciperà anche alla competizione per altri 200 elicotteri previsti per la U.S.AirForce e altri 50 per la Coast Guard e dipartimento di Homeland security, del valore di 50 milioni di dollari". Ma non solo. Il gruppo di piazza Monte Grappa, attraverso la controllata Alenia Aeronautica, mirerebbe anche alla fornitura all'esercito americano degli aerei da trasporto tattico C-27J, co-prodotti con la Lockheed Martin. Al C-27J è particolarmente interessato l'esercito statunitense, nell'ambito di un programma di ammodernamento ed espansione del parco aerei denominato Fca, ossia 'Future Cargo Aircraft', lanciato nel 2004 dal Pentagono. La procedura di gara inizierà nella primavera e l'Alenia punta inizialmente ad aggiudicarsi un primo lotto di 40 aerei circa, per arrivare poi a 130 esemplari. Il C-27J avrà, come richiesto, un adeguato 'contenuto' americano, poiché, oltre al socio industriale Lockheed Martin (che già fornisce tutta l'avionica), sono in atto negoziati per rafforzare le alleanze con altre società nordamericane attive nel settore aeronautico così da superare il requisito minimo del 50% di 'made in Usa'. "Guarguaglini punta alla internazionalizzazione del suo gruppo. Nel mirino di Finmeccanica c'é l'acquisizione in Usa di una azienda di piccole o medie dimensioni di elettronica per la difesa con avviati contatti con il Pentagono" - conclude l'Ansa.