Italia: i denti da latte della Parmalat

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Il "tracollo finanziario" della Parmalat, di cui non è ancora chiaro l'ammontare (da 8 a 13 miliardi di euro) mostra - secondo le associazioni di consumatori - "indescrivibili responsabilità della proprietà, del management e, quasi certamente la complicità di altri soggetti, che per anni hanno truffato investitori, Autorità, sistema finanziario". Compito della Procura di Milano verificare ora il comportamento delle banche che hanno collocato titoli Parmalat, mentre l'Intesa dei consumatori si è costituita parte offesa contro gli istituti di credito che, stando alle affermazioni emerse dagli interrogatori di Fausto Tonna, sarebbero coinvolti nella vicenda.

 

Per i risparmiatori colpiti dalla vicenda Parmalat:
Modulo di denuncia da inviare alla Procura di Milano (da Adiconsum)
Adiconsum ricorda poi che è attivo già dal 23 dicembre scorso il "Comitato Tutela Creditori Parmalat" composto da esperti finanziari e legali.

Oltre ai risparmiatori il fallimento fraudolento della Parmalat ha comportato conseguenze drammatiche per i produttori di latte che presidiano la sede Parmalat a Collecchio per evidenziare come allevatori italiani, europei ed extraeuropei colpiti in eguale misura dalla crisi del modello Parmalat siano parte in causa ed abbiano pieno titolo, come lo hanno i lavoratori dipendenti della Parmalat, per partecipare alla ridefinizione del cosiddetto piano industriale di salvataggio della Parmalat.
La multinazionale, dà lavoro 36.356 persone ed è presente in 30 paesi: tra questi importante è il mercato brasiliano. L' organizzazione internazionale di cooperazione allo sviluppo Azione Aiuto aveva pubblicato nel luglio scorso uno studio sull'impatto di Parmalat nel mercato lattiero brasiliano dal titolo "Mercato scremato".

La liberalizzazione dell'economia brasiliana ha permesso a Parmalat di acquisire, tra il 1989 e il 2001, 27 società locali, facendo di questo mercato il secondo in termini di fatturato per il gruppo, dopo quello italiano. Da parte sua Parmalat ha contribuito a spazzar via l'industria nazionale, fondata su di un sistema di produzione e raccolta che poneva al centro la piccola azienda a conduzione familiare, escludendo decine di migliaia di produttori e forzando l'abbandono delle campagne. La conseguenza per gli operatori del settore è stata che, tra il 1996 e il 2002 la sola Parmalat ha escluso 23.200 piccoli produttori di latte, accentuando sperequazioni socio-economiche già esistenti, ad iniziare dalla questione dell'accesso alla terra.

Sul caso Parmalat, Attac ha rilanciato il tema della Tobin tax e della lotta ai paradisi fiscali. "Il crack della Parmalat non è un'anomalia, bensì una vicenda di ordinario neoliberismo" - sostiene Attac. Intanto Social Press si interroga sulla perversa spirale per cui "le banche ci tolgono quattrini con una mano e anche con l'altra". [RB]

Altre Fonti: Attac, Social Press

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