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Italia: festa alle armi, stop all'uranio impoverito
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Per la giornata delle Forze Armate che viene celebrata il 4 novembre, l'associazione PeaceLink ha proposto una "chiamata alla pace" con volantinaggi per ricordare il vero significato di questa giornata. "La festa fu istituita dal fascismo per trasformare le vittime della prima guerra mondiale in eroi coraggiosi che si immolavano per la Patria. Una guerra che costò all'Italia 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste, i territori ottenuti con la vittoria della guerra che erano gia stati concessi all'Italia dall'Austria in cambio della non belligeranza. La prima guerra mondiale fu un affare per grandi industriali, politici corrotti, funzionari statali senza scrupoli, alti ufficiali con le mani in pasta".
A Milano la cerimonia sarà accolta da un volantinaggio dei Gruppi di Azione Nonviolenta, Basta Guerre e Casa per la Pace che scendono in piazza per ricordare come l'attuale potere fa leva su difesa e sicurezza per ottenere il sì incondizionato alla guerra, alla limitazione delle libertà individuali e al riarmo globale. Tra le proposte concrete si chiede la riduzione delle spese militari a favore di quelle sociali e ambientali. Il prossimo sabato 6 novembre a Rovereto verrà inaugurato il monumento al disertore che vuole ricordare i 470.000 uomini che nella prima Guerra mondiale non obbedirono alla chiamata alle armi non comprendendo il carattere "patriottico" pubblicizzato dalle autorità e dai mezzi di informazione. C"on oltre un milione di processi dei Tribunali militari per renitenza, la protesta investì anche la popolazione civile che diede sostegno alla scelta dell'obiezione".
E oggi è stata presentata a Firenze, presso la Casa del Popolo dell'Isolotto, dall'associazione PeaceLink la campagna internazionale per la messa al bando delle armi all'Uranio Impoverito. Per il 6 novembre è prevista la "Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell'ambiente durante le guerre e i conflitti armati" dichiarata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite allo scopo di richiamare attenzione sull'impatto ambientale delle guerre che inevitabilmente comporta anche un danno alle popolazioni civili che vivono nelle zone colpite.
La coalizione internazionale, nata in Belgio poco piu' di un anno fa, non si limita a chiedere la messa al bando di queste armi, ma reclama anche una bonifica di tutti i siti contaminati e un risarcimento per le popolazioni colpite, accompagnato da una necessaria analisi epidemiologica.
"Quando si usano armi che colpiscono la popolazione civile, si commette un crimine di guerra - ha dichiarato Francesco Iannuzzelli, portavoce dell'associazione PeaceLink -. E' tempo di sapere quali sono le armi all'uranio impoverito in dotazione agli eserciti europei, quante sono queste armi, dove e come sono state utilizzate nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq e nelle zone dove le forze armate italiane sono intervenute negli ultimi anni. Gli abitanti del Kossovo, che abbiamo detto di voler difendere con le nostre bombe, hanno il diritto di sapere quali sono i rischi e le possibili violenze che potrebbero subire a causa della presenza di uranio impoverito nel terreno, nelle falde acquifere e nella catena alimentare. E proprio sul caso Iraq viene presentata in antemprima internazionale le coordinate e la mappa dei siti colpiti con uranio impoverito dalle forze armate britanniche nel 2003 a Bassora. Sia la Nato che gli Stati Uniti si sono sempre mostrati reticenti a fornire qualsiasi tipo di informazione, ma a Peacelink è bastata una lettera, indirizzata al parlamentare britannico Llew Smith, con la richiesta di questi dati allo scopo di informare adeguatamente i militari e la popolazione civile e per i militari italiani che si trovano anche a Bassora. [AT]
Altre fonti: Rete Gruppi Azione Nonviolenta