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Italia: dalle Marche no al centro di permanenza temporanea
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Il Ministero degli Interni ha richiesto al Comune di Corridonia, nelle Marche, di segnalare una zona adatta per la costruzione di un Centro di permanenza temporanea. Ma subito si è alzato il no unanime di associazioni, sindacati, ma anche della Provincia di Macerata e della Regione Marche.
Tra i primi a manifestare la propria contrarietà l'Osservatorio permanente sulle carceri. "Siamo da tempo impegnati sia nelle carceri marchigiane sia nella campagna per i diritti all'accoglienza e all'ottenimento della cittadinanza da parte dei migranti nelle Marche. Conosciamo e denunciamo le condizioni dei Centri di permanenza temporanea, veri luoghi di sospensione del diritto per i migranti chiamati 'clandestini', sia che si tratti di richiedenti asilo a cui non si dà ascolto, di lavoratori a cui è scaduto il permesso, o di persone che quando lavoravano in nero facevano comodo ai datori di lavoro".
Sotto accusa anche gli amministratori di Corridonia, comune nel quale dovrebbe sorgere il centro. In particolare le critiche arrivano da Rifondazione Comunista che esprime l'opinione di molte associazioni. In un comunicato stampa si fa sapere che "il diritto al lavoro non può derivare dalla negazione di un altro diritto umano, quello alla dignità". Il comune di Carridonia si è infatti dichiarato disponibile ad ospitare il Centro rilevando che creerà oltre sessanta posti di lavoro e potrà essere un deterrente utile ad allontanare i clandestini da Corridonia.
La società civile delle Marche dice quindi 'no' a quelle che vengono definite le "prigioni dell'ipocrisia", che non daranno sicurezza ma accresceranno la militarizzazione del territorio. Ed invece 'si' ad una accoglienza "che programmi i flussi di migrazione, il lavoro e le abitazioni; si spende molto di meno programmando accoglienza in maniera pubblica e controllata; si rischia molto di più dandola in mano alla mafia". [DS]
Altre fonti: Osservatorio permanente sulle carceri.