Italia: chiude l'ufficio ONU di Roma

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Era attivo da cinquant'anni. Ora, dal primo gennaio scorso, ha chiuso i battenti. Si tratta del Centro di informazione delle Nazioni Unite in Italia, tra le altre cose anche partner di Unimondo. Le sue attività sono state trasferite in un ufficio regionale a Bruxelles.

La chiusura è stata decisa in seguito ad un piano di "razionalizzazione" voluto dal Palazzo di Vetro. Si conclude così una storia iniziata nel 1958. In quasi cinquant'anni il Centro ha svolto un ruolo fondamentale nell'avvicinare l'ONU alle istituzioni e soprattutto alla società italiana. Ha contribuito a rendere facilmente disponibili, e in lingua italiana, i principali documenti, le dichiarazioni su i diritti umani, la pace, lo sviluppo economico e sociale, l'ambiente, che hanno segnato tappe fondamentali nel dopoguerra.

Luciano Ardesi, sul numero di gennaio di Nigrizia afferma che il ridimensionamento della presenza dell'ONU nelle capitali europee rischia di emarginarla ulteriormente ed indebolire i rapporti tra quest'ultima e la società civile. L'Europa è stata la regione, ricorda il giornalista, che più si è opposta alla politica egemonica USA, i più grandi debitori dell'ONU. "Il risparmio è, almeno a Roma, del tutto ridicolo: 120 dollari di affitto simbolico e 70.000 dollari per le spese di funzionamento".

ONG, associazioni e mondo accademico hanno ripetutamente protestato contro la chiusura. Ma da parte del Governo italiano è mancata la volontà politica di sostenere, anche in questa occasione, l'ONU. "A differenza" - nota Ardesi - "di Atene e Bonn che si sono ribellate e hanno deciso, con modalità diverse, di tenere aperti i rispettivi centri". [DS]

Altre fonti: Ministero Affari Esteri.

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