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Italia: blocchi ad Acerra per zero inceneritori
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Dopo il blocco dei binari della stazione ferroviaria di Acerra, comune in provincia di Napoli, e l'occupazione del cantiere per la realizzazione di un inceneritore di rifiuti, i manifestanti hanno continuato la protesta che ha visto la denuncia di 21 persone, tra le quali il sindaco del Comune dell'hinterland partenopeo. Secondo un comunicato dei cittadini in protesta di Acerra, il governo non ha seguito l'indicazione della magistratura che ha messo sotto inchiesta l'appalto di costruzione dell'inceneritore che manca di una valutazione d'impatto ambientale. Alcuni pastori della zona del Pantano, vicino ad Acerra, hanno portato nelle vicinanze del cantiere per la costruzione del termovalorizzatore sette pecore agonizzati per dimostrare la fondatezza dell'allarme diossina registrato in un' area vicina al cantiere. Gli animali sono stati lanciati a terra, a pochi passi dal cordone di agenti di polizia e finanzieri che presidiano la strada d'accesso alla zona dei lavori. In questi giorni i manifestanti hanno continuato il presidio nei pressi del cantiere in vista di un possibile sciopero generale previsto per la prossima settimana.
"Sarebbe meglio che nell'emergenza venissero caricati treni di rifiuti differenziati verso il nord (o la Germania) piuttosto che rifiuto indifferenziato" commenta Paolo Stevanato sull'ultimo numero della rivista ambientale Gaia. Nell'attesa che vengano costruiti i vari impianti di trattamento dei rifiuti il Sud ha gia dimostrato di essere poter raggiungere risultati record di raccolta differenziata. Tra i 14 comuni premiati da Legambiente con il titolo di "Ricicloni" ben 12 sono nella provincia di Salerno. Il Comune di Giffoni Sei Casali, che dista 8 chilometri dal blocco ferroviario dei comitati, pratica la raccolta differenziata dal 2001 con un sistema domiciliare a contenitori personali e promuove il compostaggio domestico con la distribuzione di composter. Il Comune di Padula attua una raccolta differenziata"porta a porta" per tutte le frazioni eccetto il vetro, per il quale sono rimaste delle campane stradali. I cittadini sono costantemente informati dei risultati raggiunti grazie ai loro sforzi, valsi il premio di comune riciclone nel 2003 con il 76,1% di raccolta differenziata. "Se consideriamo infine che su 158 comuni della Campania, 130 non hanno più di 5.000 abitanti - continua Stevanato su Gaia - non può essere una valida obiezione sostenere che la raccolta differenziata spinta, in particolare quella domiciliare, non possa essere una valida soluzione immediata ai problema dei rifiuti". Intanto Legambiente interviene sulla decisione della magistratura di revocare il dissequestro dei 7 impianti di Combustibile derivato da rifiuti in Campania, giudicandolo una soluzione peggiore del male in quanto si richia un'emergenza sanitaria e sociale. Secondo Giuseppe Messina di Legambiente Campania il problema è legato alla frazione organica che costituisce circa il 50% dei rifiuti prodotti giornalmente. I tempi di costruzione di digestori per il recupero della frazione organica sono di circa 90 giorni che si differenziano da quelli per la costruzione dei cosiddetti termovalorizzatori che vanno dai 24 ai 36 mesi.
Un problema quello della gestione dei rifiuti che fa discutere in molte provincie d'Italia. Nel nostro paese sono già presenti ben 212 impianti di incenerimento, di cui 171 di rifiuti speciali e la restante parte di rifiuti urbani, un numero irrisorio se confrontato a quello degli impianti previsti per i prossimi anni. Secondo un indagine conoscitiva di Greenpeace sono 41 gli impianti che nei prossimi anni si aggiungeranno per bruciare rifiuti urbani e speciali. Il ricorso agli inceneritori rappresenta un disincentivo alla riduzione della produzione di rifiuti e alla raccolta differenziata, nonché un'ennesima fonte di inquinamento ambientale e sanitario. Una politica di gestione dei rifiuti che contrasta le indicazioni della Comunità europea che prevede quattro passaggi recepiti dal decreto Ronchi (1997) quali prevenzione, riutilizzo, riciclo e recupero di materia e poi di energia. Anche a Firenze è in programma la costruzione di un "termovalorizzatore" che è stato progettato nel quartiere popolare delle Piagge e vede l'opposizione della consigliera Ornella De Zordo, della lista Unaltracità/Unaltromondo che richiama all'esperienza positiva di San Francisco che ha costruito l'alternativa all'inceritore puntando su una politica delle 'Tre erre': Riduzione - Riuso - Riciclo. Secondo la campagna di Grenpeace "Inceneritori zero", i termodistruttori non distruggono i rifiuti ma li trasformano in ceneri, scorie ed emissioni tossiche che poi dovranno essere a loro volta smaltite in discariche per rifiuti speciali. [AT]
Altre fonti: Ecoistituto del Veneto