Italia: appelli a Ciampi e EU per fermare la legge Gasparri

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Con 155 voti favorevoli, 128 voti contrari e nessuna astensione è stato votato dal Senato, in quarta lettura e in via definitiva, il disegno di legge Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo, che diventa così legge dello Stato. Concluso l'iter parlamentare il testo passa ora sotto la lente d'ingrandimento del Quirinale chiamato, secondo prassi, a promulgare la legge.

"La legge Gasparri rappresenta una delle pagine nere nella storia della comunicazione e della democrazia" ha duramente commentato la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) mentre la società civile che in questi mesi si è mobilitata per tutelare i principi di libertà di pluralismo espressi dalla Costituzione Italiana, invita ora i cittadini a firmare un appello rivolto al Presidente della Repubblica affinchè non firmi la legge. Il Presidente della Repubblica ha infatti trenta giorni di tempo per esaminare il testo e apporre la firma dando il via libera al testo dopo averne valutato correttezza formale e conformità costituzionale.

 

APPELLI ONLINE:
I GIROTONDI:
Appello al Presidente della Repubblica
SAVE DEMOCRACY:
Appello al Parlamento Europeo

Evidente oggi è anche l'interesse della Comunità Europea per la situazione italiana. Già nel mese di ottobre i capigruppo del Parlamento Europeo avevano avviato l'iter di una risoluzione parlamentare sulle violazioni in Italia della "libertà di espressione e di informazione" in risposta alla documentazione fornita dalle inchieste internazionali di agenzie autorevoli e indipendenti, come l'European Federation of Journalists e Reporters sans Frontières.

L'associazione www.save-democracy.net. ha avviato una petizione online in cui si chiede al Parlamento Europeo di intervenire contro la seria e persistente violazione dell'articolo 6/1 del Trattato dell'Unione Europea commessa dall'Italia. In particolare, i firmatari domandano al Parlamento Europeo di assicurare il pluralismo dei mezzi di informazione all'interno di uno stato membro. "Uno Stato Membro che non rispetta la libertà e il pluralismo dei media, non rispetta la libertà di parola, la libertà individuale e lo stato di diritto. Il controllo degli strumenti di comunicazione di massa erode la diffusione delle idee e la democrazia. Quando uno Stato Membro non rispetta o non si attiene alle basi stabilite dall'articolo 6 TEU, allora l'intera struttura dell'Unione si indebolisce e minaccia la stabilità dell'intera Comunità". [RB]

Fonti: Megachip, Rainews24, Articolo 21, Amisnet .

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