Italia: Famiglia Cristiana difende l'obiezione fiscale

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Famiglia Cristiana si pronuncia a favore della detrazione dalle tasse della somma che lo Stato destina agli armamenti. "L'obiezione alle spese militari non può essere liquidata semplicisticamente come trasgressione delle leggi e del bene comune cui ogni cittadino contribuisce con il pagamento delle tasse. Non si può ignorare il valore propositivo finalizzato a contrastare la difesa armata e ad obbligare lo Stato a organizzare vie alternative". Lo scrive il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, in risposta ad un'abbonata che pone il caso del parroco pacifista - don Gianni - al quale lo Stato tempo fa ha pignorato l'automobile (vantando negli anni un credito di 25 euro) per avere detratto il 3 per mille dalla sua denuncia dei redditi, quota che lo Stato destina alle spese militari.

Il settimanale più diffuso nelle parrocchie italiane afferma inoltre che "è contraddittorio affermare che le vie alternative di difesa sono inefficaci se lo Stato organizza solo quelle militari" e che chi sceglie la via dell'obiezione "non è un evasore, ma solo una persona che dichiara interamente il proprio reddito ma deliberamente e pubblicamente detrae il 5,5 per cento del dovuto, destinando tale somma a iniziative di pace". "Esistono, invece, cause giuste da difendere con metodi e strumenti non violenti, quali in negoziato, l'arbitrato e la difesa popolare non violenta" - sottolinea il direttore del settimanale. E, circa le spese ingenti che vengono destinate a scopi bellici, don Sciortino ribadisce che "la potente industria bellica dei paesi ricchi va al di là di un pur ragionevole scopo di difesa ed è la profonda ingiustizia nei confronti della massa dei poveri e dei diseredati dell'umanità".

Una considerazione, quest'ultima del direttore di Famiglia Cristiana, che è condivisa dal mondo del Commercio equo e solidale che con la Rete Disarmo atanno preparando per sabato 12 febbraio la "Giornata di sensibilizzazione e di informazione sul tema degli armamenti". "Le armi non fanno male solo quando sparano, solo quando sono usate. La sola scelta di investire risorse in armamenti piuttosto che in sviluppo, sanità, istruzione comporta dei grandi deficit per molte parti dell'umanità" - riporta il comunicato delle Associazioni. Promosso da AGICES (Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equeo e Solidale), da Assobotteghe e dalla Rete Italiana per il Disarmo, l'evento intende portare anche nell'ambiente del commercio equo la riflessione sul tema degli armamenti, del loro impatto negativo per uno sviluppo equo e sostenibile nei paesi del Sud del mondo. "Desideriamo mettere in evidenza con dati, considerazioni e proposte come una diffusione incontrollata e pazza del le armi sia in forte antitesi con un miglioramento delle condizioni di vita che sia basato sulla giustizia" - sottolineano gli organizzatori. Per questo si è scelto di valorizzare lo spazio di incontro e di diffusione informativa che le botteghe sono in grado di garantire, integrandolo con le conoscenze specifiche degli organismi facenti parte della Rete Italiana per il Disarmo".

Intanto, in un rapporto pubblicato ieri, Amnesty International, Oxfam International e Iansa (International Action Network on Small Arms) lanciano un appello alle Nazioni Unite affinché venga approvato al più presto un sistema di marcatura e di tracciabilità delle armi leggere che circolano illegalmente nel mondo.

 

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"Un bagaglio smarrito tra San Francisco e Freetown può essere rintracciato in poche ore, mentre le armi spariscono senza che vi sia modo di rintracciarle" - ha sintetizzato Jeremy Hobbs, direttore di Oxfam. Secondo il rapporto, mentre le armi leggere e le munizioni sono spesso dotate di numeri seriali, non esiste al giorno d'oggi un sistema internazionale di raccolta delle informazioni su questi numeri. Inoltre, in molti Paesi i commercianti di armi non sono tenuti a registrare e a rendere conto dei loro traffici. La pubblicazione del rapporto ha coinciso con l'apertura effettuata ieri della Seconda Sessione del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla tracciabilità di armi leggere illegali. Il Gruppo di lavoro, costituito da esperti governativi che per questa seconda sessione si riuniranno fino al 4 febbraio, è stato istituito in seguito ad una risoluzione dell'Assemblea Generale adottata nel dicembre 2003. [GB]

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