Iraq: quattro elicotteristi italiani rifiutano Nassiriya

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Quattro elicotteristi del comando di Viterbo dell'aviazione si sono rifiutati di prestare servizio a Nassiriya perchè si consideravano poco protetti e sono stati rimpatriati e sanzionati dall'esercito. Lo comunica il generale Roberto Tonon, comandante del raggruppamento aviazione dell'esercito di Viterbo, interpellato dopo l'anticipazione della vicenda, che appare oggi sul Corriere della Sera.

"Con il rifiuto dei 4 elicotteristi di operare a Nassiriya si squarcia l'ipocrita tela che ha dipinto la missione dei militari italiani in Iraq come una missione umanitaria di pace" - dichiara Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti. "In Iraq - prosegue Paolicelli - c'è una guerra di occupazione che viola il diritto internazionale, ed i nostri militari sono lì in contrasto con l'articolo 11 della nostra Costituzione, in quanto l'intervento fuori dai confini nazionali, può avvenire solo per compiti derivanti da condivisione di precisi impegni internazionali o comunitari".

"Il gesto dei 4 piloti non fa che confermare l'inadeguatezza delle forze armate italiane a fare il loro mestiere: la guerra. Fino a che si tratta di operazioni di peacekeeping tutto bene, uranio a parte, ma in situazioni di contrasto serio tutto cambia, come dimostra la poca prevenzione adottata a Nassiriya. Non dovrebbero quindi essere messi sotto inchiesta i 4 elicotteristi, ma chi ha inviato in Iraq dei mezzi non sufficientemente sicuri, ma anche chi in questi anni, malgrado i grassi bilanci della difesa, ha responsabilità sull'acquisizione di armamenti inadeguati".

"Questo atto di disobbedienza è la dimostrazione che anche con un esercito di mestiere deve essere garantito il diritto all'obiezione di coscienza in presenza di ordini che contrastino con la coscienza, violino la Costituzione o mettano inutilmente a repentaglio delle vite umane. Per questo - conclude Paolicelli - esprimiamo piena solidarietà ai 4 militari indagati".

In un'intervista all'agenzia di stampa Adn Kronos il generale Luigi Chiavarelli, comandante dell'Aviazione Leggera dell'Esercito non usa mezzi termini per commentare il rifiuto dei quattro piloti di Ch47 che hanno chiesto di non partecipare alla missione 'Antica Babilonia' in Iraq. ''Quattro ottimi piloti, ma anche quattro pessimi soldati. Questa è la mia opinione e questo ho detto loro direttamente, appena ho avuto modo di farlo''.

Secondo l'agenzia APcom il reggimento avrebbe aperto un'inchiesta interna e dopo due mesi di indagini ha trasferito l'incartamento alla procura militare di Roma, che ha aperto d'ufficio un'inchiesta per ammutinamento. I piloti rischiano fino a tre anni di carcere. Nel caso però i cinque avessero ragione l'inchiesta rischia di ritorcersi contro i vertici dell'esercito, rei in questo caso di aver spedito in Iraq i propri soldati senza la necessaria protezione. [GB]

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