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Iraq: preoccupazione Unhcr per rifugiati iraniani di etnia curda
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Cresce la preoccupazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) nei riguardi di un gruppo di 102 rifugiati iraniani di etnia curda - fra i quali almeno cinque donne incinte e molti bambini - giunti nelle scorse quattro settimane al confine fra Iraq e Giordania, in tre diverse fasi. I rifugiati, provenienti da Al Tash - un campo per rifugiati operativo da molto tempo in Iraq - si trovano al momento sul lato iracheno del confine tra Iraq e Giordania. È stato loro impedito sia di entrare in Giordania che di raggiungere un altro gruppo di 660 rifugiati - composto in prevalenza da iraniani di etnia curda anch'essi provenienti da Al Tash - che da ormai un anno e mezzo vivono in un campo nella cosiddetta terra di nessuno situata fra i due paesi in questione.
I rifugiati, provenienti da Al Tash - un campo per rifugiati operativo da molto tempo in Iraq - si trovano al momento sul lato iracheno del confine tra Iraq e Giordania. È stato loro impedito sia di entrare in Giordania che di raggiungere un altro gruppo di 660 rifugiati - composto in prevalenza da iraniani di etnia curda anch'essi provenienti da Al Tash - che da ormai un anno e mezzo vivono in un campo nella cosiddetta terra di nessuno situata fra i due paesi in questione.
L'Unhcr sta esplorando con le autorità irachene la possibilità di inviare aiuti a questo gruppo di 102 rifugiati passando dal lato iracheno, un'opzione questa certamente non priva di problemi. A questo scopo è stata programmata una missione cui prenderanno parte funzionari esperti di migrazioni e personale medico, che porteranno al loro seguito aiuti di prima necessità provenienti dalle scorte Unhcr di Baghdad. Fino ad ora all'Unhcr, dal lato giordano, non è stato consentito fornire assistenza oltre il confine. Pertanto l'Agenzia sta discutendo - sia ad Amman con il governo giordano che a Ginevra con la rappresentanza diplomatica - l'ipotesi dell'ammissione dei rifugiati e quella del trasporto degli aiuti aldilà della frontiera.
I rifugiati stanno sopravvivendo grazie al generoso aiuto prestato dalle persone in transito in quella zona, una situazione questa che non può proseguire ancora a lungo. Nei giorni scorsi le condizioni meteorologiche sono state estremamente sfavorevoli, con temperature molto rigide e forti venti, ed è stato riferito che fra i rifugiati cresce la disperazione. Oltre alle donne e ai bambini, si ritiene che nel gruppo vi siano anche persone disabili e malati, che fino ad ora nessun team medico avrebbe visitato.
Il campo di Al Tash, istituito oltre 20 anni fa, ospita al momento circa 5mila rifugiati iraniani di etnia curda. Situato a circa 60 chilometri da Falluja e a soli 12 chilometri da Ramadi, il campo è stato gravemente colpito dai pesanti scontri armati dello scorso autunno. Non sono stati registrati attacchi diretti contro i rifugiati, mentre nel mese di novembre la stazione di polizia di Al Tash ha subito un attacco. Il campo, in precedenza ben assistito e rifornito, ha sofferto anche di sporadiche interruzioni della fornitura d'acqua, di elettricità, dell'assistenza medica e dell'istruzione. La perdurante instabilità in questa parte dell'Iraq si è anche tradotta in una serie di limitazioni, per l'Unhcr così come per le agenzie partner e le autorità governative, nella capacità di rispondere alle necessità dei rifugiati, sebbene al momento i problemi dei residenti del campo non possano essere considerati di estrema urgenza. Si tratta infatti di un campo ben strutturato, divenuto autosufficiente sotto diversi punti di vista, e costantemente rifornito di generi alimentari attraverso la rete di distribuzione nazionale.
Lo scorso anno, complessivamente 3.120 persone (circa 600 famiglie) si sono trasferite da Al Tash a Suleimaniya nel nord dell'Iraq, dove ricevono assistenza sia dall'Unhcr che dalle autorità locali, sottoforma di alloggi e di progetti per la creazione di reddito (income-generation projects), mirati al raggiungimento dell'autosufficienza. L'Unhcr continuerà a valutare, per i rifugiati che si trovano al confine, una serie di possibilità, tra le quali ulteriori trasferimenti nel nord dell'Iraq oppure il ritorno ad Al Tash. Allo stesso tempo l'Agenzia proseguirà nell'evidenziare alle autorità irachene e giordane che questo gruppo di rifugiati ha urgente necessità di ricevere assistenza alimentare, materiale e sanitaria - conclude il comunicato dell'Unhcr.