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Iraq: lutti e manifestazioni per la pace
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"Baghdad, notte tra il 21 e il 22 novembre 2003 - Continua l'offensiva della resistenza irachena. L'ultimo venerdì di Ramadan è stato segnato da una serie di attacchi contro le truppe americane di stanza a Baghdad. La raffica di missili è iniziata presto, intorno alle 7 locali" - racconta Rosarita Catani presente a Baghdad per Reporter Associati - proprio dentro l'area dove sono stati colpiti dai missili gli hotel Sheraton e Palestine e l'edificio del Ministero per il Petrolio. Di 15 morti e decine di feriti è poi il tragico bilancio degli attentati dinamitardi contro due commissariati di polizia a nord di Baghdad.
Con la parola d'ordine "mai più guerra, via le truppe dall'Iraq" aderiscono oggi molte associazioni e gruppi pacifisti alla giornata di mobilitazione organizzata in Italia dal Gruppo di continuità italiano al Forum Sociale Europeo. Il Tavolo per l'Iraq esprimendo rispetto per le vittime di Nassiriya ribadisce la propria contrarietà all'occupazione del Paese. Le 40 Organizzazioni nongovernative che compongono il cartello ricordano come il loro lavoro comune "testimonia il valore aggregativo di scelte politiche e umanitarie coerenti e di alto profilo e la possibilità di contribuire ad alleviare le sofferenze della popolazione in Iraq e alla ricostruzione materiale e sociale del paese senza bisogno di copertura e tutela militare".
Il Presidente Berlusconi da Varsavia tuttavia afferma - "Per gli italiani in Iraq i rischi ci sono ma dobbiamo assumerci la nostra quota di responsabilità. La nostra posizione sull'Iraq non cambia, e' stata lungamente oggetto di riflessione e soprattutto ora, dopo il sacrificio dei nostri ragazzi a Nassiriya ci mancherebbe altro che ce ne andassimo via rendendo vana la loro morte".
Il 20 novembre l'esplosione di un ordigno ha provocato la morte di due bambini iracheni e il ferimento di altri due in una scuola ad al-Abed, un villaggio nei pressi di Karbala, città santa sciita nel centro dell' Iraq. Save The Children nel dare la notizia chiede l'istituzione di una forza multinazionale guidata dall'Onu poichè "un'effettiva ricostruzione del Paese può avvenire soltanto attraverso un processo di transizione politica che restituisca al più presto la piena sovranità agli iracheni".[RB]
Altre Fonti: Save the Children, Ansa, Rainews24, Reporter associati.