Iraq: appello alle Ong e i francesi liberi

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La richiesta di non abbandonare l'Iraq rivolta nella giornata di ieri dal Consigliere per la sicurezza nazionale iracheno, Muffawaq Al Rubaiye alle organizzazioni umanitarie presenti ancora sul territorio è stata accolta come un'incoraggiamento a continuare il lavoro in corso dalle ONG Italiane presenti in Iraq. "In questo ennesimo momento drammatico" ha dichiarato Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG Italiane - "in cui le Ong vengono nuovamente colpite nel cuore della loro attività umanitaria, con il rapimento di Margaret Hassan, responsabile di Care Iraq, l'appello di Al Rubaiye ci conferma nella linea decisa anche durante il rapimento dei quattro nostri operatori quando abbiamo deciso di non andarcene. Un forte segnale di incoraggiamento per tutte le Ong che sono sempre dove viene richiesto dalle realtà locali. Naturalmente la vicenda del rapimento di Margaret Hassan è per noi anche un elemento di ulteriore preoccupazione per la sicurezza dei nostri operatori iracheni che in questi giorni garantiscono la continuità dei nostri progetti in Iraq dove restano attive le nove organizzazioni non governative dell'Associazione ONG italiane".

Ics - Consorzio italiano di solidarietà "accoglie con sconcerto e preoccupazione" la notizia del rapimento di Margaret Hassan. "Siamo vicini a Margaret, ai suoi familiari e a tutti i colleghi di Care International che con noi condividono la difficoltà di un lavoro che sempre più spesso ci espone al pericolo di subire attacchi. Ics condanna il sequestro di ostaggi in quanto crimine internazionale e si appella ai sequestratori perché garantiscano l'immediata ed incondizionata liberazione di Margaret Hassan". Intanto ieri mattina a Falluja una famiglia di sei persone, genitori e quattro bambini, è rimasta uccisa sotto i bombardamenti aerei statunitensi. I loro cadaveri sono stati recuperati dalle macerie dell'abitazione distrutta, e un cameraman della Reuters ha ripreso la scena. Un portavoce militare americano, nell'annunciare la ripresa dei raid aerei sulla città ribelle sunnita, aveva detto invece che le bombe avevano colpito e distrutto "due covi appartenenti agli uomini del terrorista al Zarqawi", il presunto referente di al Qaeda in Iraq.

Da Reporter Associati viene riportata un'intervista a Padre Benjamin, da anni presente in Iraq, secondo cui i reporter francesi sono vivi e lavorano a fianco della resistenza irachena. "Hanno deciso di comune accordo di rimanere in Iraq per documentare le azioni della resistenza, lavorando fra mille difficoltà. I rappresentanti della resistenza hanno dato ai due reporter molto materiale audio-video che documenta quello che davvero accade a Falluja, tempestata dai bombardamenti americani, nonché l'impegno delle forze della resistenza per aiutare la popolazione. Sono video e foto che non piaceranno a Washington. Posso anticiparle che tra pochi giorni i due reporter saranno accompagnati ad una frontiera e saranno lasciati liberi di rientrare a Parigi con tutta la documentazione raccolta".

Altre fonti: Reporter Associati

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