Internet: scontro sui contenuti digitali e legge 'Urbani'

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La Commissione interministeriale sui contenuti digitali nell'era di Internet, presieduta da Paolo Vigevano, sta concludendo i suoi lavori con la diffusione dello schema delle "Linee guida per l'azione di codici di condotta ed azioni per la diffusione dei contenuti digitali nell'era di Internet". Benché la Commissione abbia voluto udire anche le istanze provenienti dal mondo del software libero, il documento prodotto sembra non tenerne affatto conto.

Per proporre un nuovo confronto con la Commissione stessa, l'Associazione Software Libero, la sezione italiana di Free Software Foundation Europe e l'Italian Linux Society, hanno indetto una conferenza durante la quale hanno presentato una proposta unitaria di emendamento del testo. "Nel testo finora prodotto, si parla di "licenze alternative", definizione non condivisibile e giuridicamente improria, senza che sia specificata categoria e natura. Si fa riferimento a "diffusione e sviluppo della cultura italiana" senza comprendere esplicitamente nel campo di applicazione opere i cui titolari dei diritti sono stranieri. E mancano poi riferimenti volti a garantire e a incentivare la produzione e la diffusione di opere che non debbano rientrare nell'ambito di applicazione di sistemi come il bollino virtuale.

Secondo le organizzazioni sopra richiamate l'unico riferimento esplicito alla tutela degli interessi degli utenti riguarda la "semplicità" nella fruizione dell'opera. La formulazione risulta vaga, non garantisce il diritto all'uso di cui l'utente beneficia quando viene in possesso legalmente di un'opera, a pagamento o gratuita che sia. Inoltre mette in condizione i fornitori di contenuti e opere dell'ingegno di ignorare il diritto d'uso imponendo restrizioni arbitrarie e un ricorso unilaterale ai Digital Right Management. La posizione delle associazioni, invece, prevede che la legge non possa obbligare gli autori di opere dell'ingegno ad adottare avvisi, bollini o misure di protezione che essi non vogliono, e che l'unica condizione di liceità per la diffusione e l'uso del software libero, e delle opere libere più in generale, sia quindi quella del rispetto delle condizioni stabilite dall'autore al momento della pubblicazione dell'opera.

Altroconsumo ha scritto una lettera al presidente della Commissione e-Content in cui si spiega perché l'associazione non intende aderire allo Schema di linee guida per l'adozione di codici di condotta ed azioni per la diffusione dei contenuti digitali nell'era di Internet adottato dalla Commissione. "Allo stato non risultano ancora risolte le questioni da noi sollevate inerenti la certezza del diritto in questo settore" e "difficilmente si può collaborare con chi continua a criminalizzare indistintamente attività quasi sempre non soggette a sanzioni penali e in alcuni casi esenti anche da sanzioni amministrative". Altroconsumo rilancia alla Comissione l'interesse a voler affrontare seriamente le questioni ineludibili della creazione di un mercato legale della condivisione dei file audiovisivi in Rete.

Il chiaro riferimento è alla legge Urbani che mantiene il reato penale a carico degli utenti del file sharing che condividano file non autorizzati sulle reti del peer-to-peer. L'associazione NewGlobal.it, "consapevole del cambio di strategia del Governo e della parziale retromarcia fatta sulle modifiche promesse ha deciso di usare due nuovi strumenti per continuare la propria strategia di contrasto. La prima delle due iniziative va nella direzione del sostegno all'esposto che la stessa associazione ha prodotto davanti alla Commissione Europea contro la Legge Urbani. Si tratta di una petizione che è possibile leggere e firmare qui. La seconda è invece una mail circolare inviata ai propri iscritti pensata per innescare una catena di Sant'Antonio "da cui si distingue per la chiara definizione delle date, 1/3/2005, e della scadenza, 60 giorni, nonché dalle righe riservate ad un corretto uso della e-mail". [AT]

Altre fonti: Punto Informatico, Newglobal, Free Software Foundation Europe

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