Indonesia: oltre 100mila morti, ma continua guerra in Aceh

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Secondo la stampa indonesiana le operazioni militari ad Aceh continuano. Stando a quanto hanno denunciato i responsabili in Svezia del GAM (Gerakan Aceh Merdeka ovvero Free Aceh Movement, la guerriglia separatista in guerra dagli anni '70 col governo centrale), l'esercito continuerebbe a colpire i suoi nemici. A poco dunque sarebbero serviti gli appelli, sia del Gam come di Jakarta, per un cessate il fuoco che permetta le operazioni di soccorso alla popolazione civile. Azioni di guerra sono state segnalata ad Aceh Nord e Aceh Est, fuori cioè dalla zona colpita dallo tsunami, e i guerriglieri accusano Jakarta di continuare a cercare i militanti del Gam per colpirli nei loro santuari nonostante l'emergenza. Come spiega un'intervista a Lettera22 Carmel Budiardjo, antica oppositrice del regime di Suharto e direttrice di Tapol, l'organizzazione per i diritti umani con sede a Londra che segue le vicende della guerra ad Aceh, "non si sa in realtà se le operazioni siano state almeno sospese nelle zone colpite dal disastro".

"Sotto la legge marziale e, più recentemente con lo stato di emergenza civile, la provincia è rimasta sigillata" - ricorda Carmel Budiardjo. "Una parte del governo però capisce bene che, per gestire in maniera appropriata la crisi, è necessario garantire l'accesso all'esterno. Ma altri, specie tra i falchi nelle file dei militari, pensano che porre fine allo stato di emergenza civile e coinvolgere la comunità internazionale nella vicende di Aceh, renderà poi per l'esercito molto difficili le cose quando i militari vorranno riprendere le operazioni di guerra".

Nell'intervita Carmel Budiardjo sottolinea inoltre che "le Ong locali sono di fatto in grado di rispondere ai bisogni locali assai meglio, ad esempio, dei partiti politici. Possono inoltre sfuggire alle pastoie burocratiche e al controllo delle leadership dei partiti politici. "Sarà pero' necessario fare molta attenzione: rischieranno la propria vita o la libertà una volta che i militari torneranno a quello che intendono come una situazione "normale". E ricorda che, poiche' i militari sono ad Aceh in grande numero "in questa situazione, non credo si possa chiedere alle truppe di non essere coinvolte nelle operazioni di soccorso. Perlomeno sino a quando i bisogni della comunità saranno tanto disperati". "Innanzi tutto però, qualsiasi operazione militare nella regione deve terminare".

Intanto l'Associazione per i popoli minacciati (APM) denuncia l'incapacità del governo indonesiano di coordinare gli aiuti internazionali nella provincia di Aceh. "La burocrazia e l'onnipotenza dell'esercito hanno finora impedito aiuti umanitari veloci. I pochi aiuti che i sopravvissuti riescono effettivamente ad avere proviene per lo più da privati e da organizzazioni non-governative indonesiane" -denuncia l'Associazione bolzanina.

APM notia inoltre che "L'annuncio da parte dell'esercito indonesiano di un cessate il fuoco in seguito alla catastrofe, e ciononostante la continuazione delle azioni militari contro il movimento di liberazione GAM testimoniano un cinismo inaudito da parte delle autorità indonesiane. I soldati non possono combattere e contemporaneamente essere investiti del ruolo di soccorritori". "La vera entità della catastrofe ad Aceh è molto più ampia di quanto dichiarato dal governo indonesiano" - avvisa l'APM. Infatti il governo ha sospeso il conteggio delle vittime dopo che venerdì notte il numero ufficiale dei morti ad Aceh era stato fissato in 80.246 vittime. Solo il giorno prima l'ambasciatore indonesiano in Malaysia Rusdihardjo aveva stimato ad Aceh 400.000 vittime su una popolazione di 4 milioni".

Nei giorni scorsi il senatore italiano Farncesco Martone, richiamando la questione dei diritti umani in Aceh, ha ricordato che il Governo italiano ha recentemente ottenuto l'approvazione da parte del Senato della ratifica di un accordo di cooperazione tra Italia ed Indonesia nel settore della difesa e degli armamenti" e che "l'urgenza di portare aiuto alle popolazioni civili già vittime di espulsioni forzate, torture, ed esecuzioni extragiudiziali, non può e non deve tradursi in una sorta di sostegno all'esercito indonesiano". [GB]

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