Il diritto alla terra, primo passo per la garanzia dei diritti individuali

Stampa

Poco più di un mese fa, l’8 febbraio 2018, il Supremo Tribunale Federale del Brasile ha riconosciuto il diritto alla terra della comunità dei Quilombolas, afrodiscendenti discriminati e oppressi le cui terre vengono occupate da parte di grandi imprese o ex-proprietari terrieri. Con 10 voti contro 1, è stato approvata la costituzionalità del decreto federale n° 4887/03, che regolarizza il procedimento di titolazione dei territori quilombolas in Brasile.

Per essere riconosciuta e avere proprietà della terra, la comunità ha dovuto affrontare un lungo e complesso iter legale. Cospe Onlus sostiene la società Quilombola nella lotta per la propria autodeterminazione, e li affianca con il progetto “Terra di diritti”, un’iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea, che vede coinvolti nell’implementazione del progetto la Universidade Federal do Recôncavo da Bahia e il Centro de Educação e Cultura Vale do Iguape.

«È un diritto costituzionale, un diritto per il quale i nostri ancestrali hanno lottato, hanno sofferto per molto tempo in condizioni di schiavitù e hanno avuto i loro diritti usurpati – ha dichiarato Ananias Viana, lider quilombola e coordinatore del Centro de Educação e Cultura Vale do Iguape – Garantire i nostri diritti significa molto per noi, è una lotta che i nostri ancestrali ci hanno lasciato, e noi continuiamo a lottare, coinvolgendo e educando altre persone sull’importanza del diritto alla terra».

Ananias sottolinea che la lotta per i diritti quilombola non è finita: «Le comunitá quilombola sono state abbandonate per secoli, anche dopo l’epoca della schiavitù ed un loro diritto la titolazione della terra. Il fatto che la sentenza abbia garantito il nostro diritto è un fatto importantissimo, questa situazione ci rendeva ancora più vulnerabili. Siamo più tranquilli ma la lotta non è finita. Continueremo a lottare per la garanzia dei nostri diritti». In Brasile, le terre quilombola sono oggetto di grandi conflitti: si tratta di territori che ostacolano interessi immobiliari, grandi imprese, latifondiari e speculatori terrieri. Secondo il processo giuridico brasiliano, dopo essere state titolate, le terre sono considerate inalienabili e collettive. Questa garanzia permette alle comunità la loro riproduzione fisica, culturale, sociale ed economica.

Per le comunità quilombola la titolazione della terra é un elemento prioritario nonché il primo passo per la garanzia dei propri diritti. La proprietà collettiva della terra garantisce la continuità di modelli di sussistenza e di produzione sostenibili che sono alla base dell’organizzazione socioeconomica delle comunità: tutte le pratiche produttive hanno un’importanza economica, sociale e ambientale per loro e sono imprescindibili per la valorizzazione del territorio e delle pratiche ancestrali.

Da Greenreport.it

Ultime notizie

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad