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Il Palazzo (di Vetro) degli spioni
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Foto: Daryan Shamkhali da Unsplash.com
New York – “Essere spiati all’Onu? Ma quando mai?”. Ha scherzato parlando pochi giorni fa con un gruppo di giornalisti l’ambasciatrice svizzera Pascale Baeriswyl, che avrà la presidenza del Consiglio di Sicurezza per il mese di maggio. “Vedete i lampadari della nostra missione? Potrebbero essere perfetti per nasconderci un microfono…”. Da quando è esploso negli Stati Uniti lo scandalo dei documenti segreti resi pubblici da Jack Teixera, ventunenne aviatore della Guardia Nazionale del Massachussetts, per farsi bello con gli amici, il problema dello spionaggio all’interno del Palazzo di Vetro è improvvisamente tornato all’attenzione di tutti. E non si tratta, certamente, di un problema nuovo e sconosciuto.
Secondo le rivelazioni della stampa americana, gli Stati Uniti avrebbero spiato non soltanto le mosse della Russia e della Cina, ma anche quelle di Paesi amici come Israele, l’Egitto, la Turchia e la Corea del Sud e, soprattutto, quelle del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Del diplomatico portoghese sono stati rivelati i delicati colloqui con la vicesegretaria generale Amina Mohammed, durante i quali sarebbero state pronunciate parole dure contro il presidente del Kenya William Ruto, e le sue perplessità nei confronti delle vendite di armi europee all’Ucraina. All’inizio, le reazioni del Palazzo di Vetro di fronte alle notizie sono state sostanzialmente moderate. “Il Segretario Generale è stato al lavoro e ben presente all’attenzione del pubblico per molto tempo e non è sorpreso di essere spiato e che le sue conversazioni private siano ascoltate”, ha dichiarato il suo portavoce Stephane Dujarric. Con il passare dei giorni, però, il tono è diventato più duro.
“L’Onu ha espresso ufficialmente al Paese ospitante la sua preoccupazione riguardo alle recenti notizie che le comunicazioni del Segretario Generale e di altri alti funzionari delle Nazioni Unite sono state oggetto di sorveglianza e interferenza da parte del governo statunitense. Il Palazzo di Vetro ha reso chiaro che queste azioni non sono consistenti con gli obblighi degli Stati Uniti d’America stabiliti nella Carta dell’Onu e nella Convenzione sui previlegi e le immunità delle Nazioni Unite”, ha fatto sapere martedì scorso il portavoce. Nei corridoi del Palazzo di Vetro, però, l’interferenza americana non è certo arrivata a sorpresa. Da quando è stato costruito sulle rive dell’East River di New York – alla fine della Seconda Guerra Mondiale – l’alto edificio che ospita l’organizzazione internazionale ha sempre offerto alle spie di ogni Paese membro una inesauribile fonte di notizie preziose, soprattutto nei momenti di crisi...