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Il Digital Divide al Wsis
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E' meno ampio di quanto si pensasse il digital divide, cioè, la distanza che separa le nazioni ricche da quelle povere nell'uso delle tecnologie. In una recente ricerca dell'ITU, l'agenzia dell'ONU per le telecomunicazioni, ha evidenziato come nei paesi più poveri il numero di utenti internet sia stato sino ad oggi basato su presunte stime governative o dati statistici molto vaghi. Nei primi 59 paesi del mondo per ordine di povertà (Vedi i dati ONU sullo sviluppo ) infatti, non è stata mai effettuata una sola indagine o ricerca su intenet. Ora Il problema non è più solamente il digital divide anche se di dimensioni inferiori ma la scarsa informazione a riguardo.
E' così, che alla luce di analisi più approfondite, le indagini rivelano che ad esempio che in Giamaica il 23% della popolazione usa Internet, quasi cinque volte il valore stimato dalle autorità. In Perù il numero dei navigatori è risultato, nella sola capitale Lima, doppio della precedente stima per l'intero paese. Alcuni paesi poi fanno i conti basandosi solo sul numero degli abbonati telefonici, metodo che in Messico ha prodotto un 2% della popolazione con il telefono e quasi il 70% di navigatori.
Questi sono alcuni dei dati salienti dell'ultimo vertice sulla società dell'informazione, svoltosi a Ginevra dal 10 al 12 dicembre scorso. Come spesso succede nei vertici internazionali, la contrappone più evidente è tra i paesi ricchi e tecnologicamente avanzati e quelli più poveri. Inoltre come quasi sempre accade in casi come questo, il risultato è una serie di vaghi intenti senza concreti piani operativi, come l'obiettivo prefissato di collegare ad internet il 50% della popolazione mondiale entro il 2015.
Esistono però anche gli aspetti positivi: il summit ha infatti focalizzato l' attenzione sul ruolo della tecnologia e dell'aiuto che questa può dare alla battaglie per la povertà ed i diritti umani, senza poi dimenticare l'aspetto economico che deriva dai nuovi contatti e relativi progetti tra le organizzazioni per lo sviluppo e le aziende interessate
Il prossimo round è previsto a Tunisi nel 2005.
Fonte: Green Planet