Idra: risposta sull'Alta velocità, ma chiede il contrario

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"Confidiamo nel fatto che non ci tocchi ancora una volta registrare di essere semplicemente ignorati": così si concludeva la lettera con cui il 3 marzo scorso l'associazione indipendente di cittadini Idra si appellava al sindaco di Firenze Leonardo Domenici e al presidente della Regione Claudio Martini chiedendo - in relazione ai gravi rischi che corre il capoluogo toscano in caso di attuazione del progetto di sottoattraversamento per l'Alta velocità ferroviaria - senso di responsabilità, coerenza politica coi programmi di democrazia e partecipazione, rispetto delle regole istituzionali. La risposta è arrivata, ma con lettera al Governo e nella direzione opposta a quella richiesta: Domenici e Martini chiedono ai ministri alle Infrastrutture Pietro Lunardi e all'Ambiente Altero Matteoli niente meno che di derogare alle procedure che lo stesso Comune e la Regione avevano voluto fissare in materia di appalti per la "grande opera".

Il 19 gennaio 2004, riferendo al Consiglio comunale sugli esiti della conferenza di servizi del 23 dicembre 2003, che aveva sancito la necessità di una valutazione di impatto ambientale per lo scavalco AV di Castello, l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi aveva detto: "Cosa accadrà adesso? Rfi si è impegnata entro febbraio a redigere lo studio di impatto ambientale del cosiddetto scavalco, dopo di che sarà aperto la procedura di valutazione di impatto ambientale che è presumibile sia possibile chiudere, come prevedono i tempi di legge, entro giugno. Poi sarà possibile, come definiti in precedenza da Rfi e da Tav con lettere e impegni, procedere all'appalto dell'opera nel suo complesso. Questa richiesta che veniva dagli enti locali di fare un unico appalto dell'insieme delle opere del nodo (ovvero passante, stazione e dello scavalco) per garantire l'unitarietà dell'opera, è stata ribadita anche nell'integrazione dell'accordo procedimentale del 23 dicembre".

Adesso quella richiesta e quegli impegni non contano più? Un altro pezzo di garanzie se ne va via? Secondo i massimi esponenti degli Enti locali, la cantierizzazione che terrà sotto stress Firenze per almeno un decennio deve partire subito, anche senza tener conto dei risultati della valutazione di impatto da parte della Commissione appositamente istituita presso il Ministero dell'Ambiente. "Avanti tutta e comunque", chiedono i rappresentati degli Enti Locali. Confermando disinteresse per le tante istanze poste in maniera corretta e documentata dai cittadini sui rischi e sui danni del progetto, e consolidando un rapporto degradato e degradante con le espressioni indipendenti della società civile.

Come definire - si domanda Idra - una classe politica che al tavolo delle decisioni, per un progetto dagli impatti così importanti, non esige la presenza dell'ASL e dei sindaci dei Comuni che verranno interessati per anni e anni dal trasporto in delle terre di scavo e dei materiali da costruzione? Una classe politica che ha tentato di evitare in ogni modo la valutazione di impatto ambientale per l'opera di "scavalco" AV fra Rifredi e Castello, e che da sempre ignora coloro che con costanza e ragionevolezza le sottopongono le ragioni dell'inaccettabilità del progetto? Una classe politica che non ha assicurato alcun confronto pubblico, serio e approfondito, con ipotesi progettuali alternative, e che sul piano amministrativo ha registrato chiare difficoltà e insuccessi nel raggiungimento degli obiettivi sociali, ambientali e sanitari legati all'efficienza e alla sostenibilità nel trasporto pubblico locale (le traversie dei pendolari insegnano)?

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